Mattinata con l’Esselunga chiusa
Ci sono i funerali di Bernardo Caprotti

Questa mattina le saracinesche dei 152 supermercati Esselunga rimarranno abbassate e sarà il giorno dell’addio, con funerali strettamente privati, a Bernardo Caprotti.

Poi si aprirà la partita della successione dell’impero, con un fatturato da 7,3 miliardi e 21.930 dipendenti, 2.600 dei quali assunti negli ultimi cinque anni, quelli della crisi. Gli occhi saranno poi puntati sull’apertura del testamento depositato dal fondatore della storica catena di grande distribuzione presso il notaio Marchetti di Milano. L’apertura della busta avverrà probabilmente giovedì.

Dalle scelte fatte dal fondatore di Esselunga dipenderanno i «pesi» e le quote nella gestione della società. Sicuramente il 50 per cento della successione cosiddetta «legittima» andrà divisa tra i tre figli – Giuseppe e Violetta avuti dalla prima moglie e Marina nata dal secondo matrimonio – e un altro 25% va all’attuale coniuge, Giuliana Albera. Rimane da verificare le disposizioni date sulla quota rimanente (il 25%), che potrebbe fare la differenza. Al momento l’ultima moglie (25%) con la figlia Marina (16,6%) controllerebbero il 41,6% del gruppo. Se a loro fosse attribuito anche il rimanente 25% avrebbero il controllo assoluto (il 66%) e sarebbero anche in grado di realizzare operazioni societarie per le quali è richiesta la convocazione di una assemblea straordinaria. Il nodo che non si pone, comunque, è quello della continuità aziendale che già da qualche anno vedeva il suo fondatore defilato nella gestione affidata all’ad Carlo Salza e al presidente Vincenzo Mariconda. Gli ultimi risultati hanno visto un utile netto a quota 290 milioni, in aumento del 37%, investimenti per 400 milioni, 8 negozi aperti, ricostruiti o ristrutturati nell’ultimo anno.

Rimane invece in sospeso il processo alla ricerca di offerte per il gruppo che Bernardo Caprotti aveva avviato dando l’incarico alla banca Usa Citigroup di vagliare e negoziare le due manifestazioni di interesse arrivate a fine agosto da parte di Blackstone e Cvc. I giochi si potrebbero riaprire e potrebbero riaffacciarsi anche investitori italiani, come Investindustrial di Andrea Bonomi, o big internazionali che avevano avanzato offerte spedite dall’imprenditore, come gli americani di Mart, gli spagnoli di Mercadona o gli inglesi di Tesco.

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