Multe a chi non accetta il bancomat
«A Bergamo rischio 8 mila sanzioni»

Sanzioni per chi rifiuta pagamenti con bancomat o carte di credito. Ma anche «premi» per chi sceglie di saldare il conto, piccolo o grande che sia, con sistemi digitali.

È articolato il pacchetto che il governo sta studiando per completare l’apertura senza limiti alle transazioni senza uso dei contanti prevista dalla legge di Stabilità del 2016 ma che ancora registra parecchie resistenze. Con l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale. La spinta finale verso l’abbandono del contante, come spiegato nei giorni scorsi dal viceministro all’Economia Luigi Casero, potrebbe arrivare dopo la pausa estiva.

A settembre infatti è annunciato il decreto che commina sanzioni da 30 euro a commercianti e artigiani che oppongano un «no» alla richiesta della clientela di pagare per via digitale, anche se non è detto che l’obbligo di utilizzare il Pos varrà proprio per tutti. L’annuncio del viceministro, accolto con entusiasmo dai consumatori nonostante si tratti di un intervento «tardivo», preoccupa, invece, i diretti interessati. «A preoccuparci non sono tanto le sanzioni quanto i costi di gestione del Pos, finora vero deterrente alla diffusione, anche per i pagamenti di piccolo importo, dell’utilizzo della moneta elettronica».

Oggi, stima il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini, il costo di gestione di un sistema di pagamento elettronico tramite Pos comporta un esborso di circa 1.500 euro l’anno. «Un importo troppo elevato per molte attività - prosegue Fusini -, soprattutto se pensiamo ad un piccolo negozio o anche a categorie come quella degli infermieri o fisioterapisti che si recano a domicilio a prestare servizio. In entrambi i casi, se non si doteranno dell’apparecchio per il pagamento elettronico, a fronte della richiesta del cliente, rischierebbero la sanzione da 30 euro annunciata dal viceministro».

Ascom Bergamo, proprio per misurare il potenziale impatto del giro di vite annunciato dal governo, ha tracciato la «fotografica» della situazione attuale. Fatto salvo il settore del Turismo, alberghi e ristoranti, dove ormai la dotazione di Pos supera il 90%, ci sono categorie dove il pagamento elettronico è ancora poco diffuso. «Poco più di 8.600 le imprese, in particolare agenti di commercio o prestatori di servizi alla persona, oggi sarebbero a rischio sanzione» rimarca Fusini.

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