«Riordino carriere, sicurezza a rischio»
Venerdì presidio della Polizia in Questura

Come accadrà in molte città italiane, venerdì 3 marzo anche a Bergamo sarà la giornata di mobilitazione dei poliziotti, che svolgeranno un presidio con volantinaggio davanti alla Questura, dalle 9 alle 13.

«Da sempre denunciamo problemi di organico, mezzi e strutture, anche nella nostra città - spiega Giovanni Brega, segretario provinciale del sindacato di Polizia Silp Cgil -. Dopo 20 anni abbiamo l’occasione storica, grazie anche alle risorse che abbiamo ottenuto con la nostra battaglia sindacale, di ottenere un riordino interno delle carriere, necessario per far funzionare meglio le forze dell’ordine e dare più sicurezza ai cittadini. E, invece, nei giorni scorsi, è stato emanato un decreto assolutamente irricevibile che ci penalizza ancora di più».

Il sindacato è convinto che ci sia ancora una chance di modificare il provvedimento in Parlamento: «In genere il sindacato pretende nuove risorse - prosegue Brega -. Invece in questa occasione chiediamo che i soldi già stanziati siano spesi meglio. Un agente deve avere la possibilità di progredire in carriera, non rimanere bloccato a vita come avviene adesso perché non si fanno più concorsi interni. I titoli, i meriti e le professionalità di chi fa il poliziotto da una vita devono essere valorizzati, non depauperati. L’intero sistema Polizia di Stato deve funzionare in maniera più efficiente e, per farlo, il personale in divisa va fatto crescere professionalmente e culturalmente, non costretto a ’morire’ nel proprio ruolo e nelle qualifiche attuali».

Con una Polizia sempre più «anziana», con una età media di 47 anni e con 18.000 poliziotti in meno in tutta Italia, «un riordino interno delle carriere malfatto rischia di compromettere ancor più la nostra “mission”, che è quella di garantire la sicurezza dei cittadini» conclude il sindacalista. «L’azione di protesta in programma per venerdì è solo il primo passo della mobilitazione Silp- Cgil i cui toni sono destinati ad aumentare se le nostre richieste volte a ottenere un provvedimento più equo (ad invarianza di spesa) non troveranno ascolto».

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