Orio, flop per metà delle nuove rotte
«Per gli aerei è difficile rispettarle»

L’ammissione di Enac in Regione dopo le relazioni delle compagnie aeree. «Ma la restante metà è osservata correttamente».

«Per i vettori la rotta Prnav così come è stata pensata non è una rotta volabile, non riescono a rispettarla con precisione». Lo dicono le principali compagnie aeree che operano ad Orio al Serio, secondo quanto riferito da Enac (l’Ente nazionale dell’aviazione civile) nel corso di un’audizione in Regione, nella 5ª commissione consiliare. Si tratta della rotta che dovrebbe effettuare una virata più stretta appena dopo il decollo evitando di passare su Colognola. Rotta che funziona sulla carta (come ribadito da Enav, che l’aveva «disegnata»), ma che, nonostante alcuni aerei la utilizzino correttamente, a seconda del tipo di velivolo utilizzato, dal peso e dalle condizioni meteorologiche, porta facilmente ad uno scostamento. A fine luglio è arrivata la risposta di Wizz Air, il 6 settembre quella di Ryanair, e il contenuto è chiaro.

Enac però ha detto anche altro: «Solo il traffico della Prnav non segue i tracciati stabiliti – ha spiegato Monica Piccirillo, direttore aeroportuale per la Lombardia-, le restanti componenti della sperimentazione, l’inversione di decolli e atterraggi in alcune ore della giornata, la divisione al 50 per cento dei voli tra Prnav e rotta 220, e lo stesso tracciato della 220 (che piega a sud all’altezza di Treviolo, suscitando la protesta di Treviolo e di Lallio, ndr) sono praticati correttamente». Come mai allora il sindaco di Bergamo Giorgio Gori aveva contestato proprio la 220 sostenendo che la stessa rotta non fosse rispettata? «Il tracciato della 220 che avevamo visto - ha replicato - era diverso. È un malinteso, non so come chiamarlo».

«La commissione aeroportuale che si riunirà il 29 settembre – ha concluso Piccirillo – avrà a disposizione dati aggiornati di Arpa, fondamentali per tracciare un bilancio. Con questi decideremo cosa fare, se prendere gli accorgimenti necessari sulla Prnav e valutare per gli altri aspetti il mantenimento, ma sempre in base ai dati di impatto acustico».

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