Pacchi Amazon affidati alle Poste
Bergamo, per le consegne 36 assunzioni

Dalla fine di questo mese a marzo 2018 sarà Poste Italiane a occuparsi della consegna dei pacchi Amazon. La prossima settimana sarà definita l’organizzazione del lavoro anche nella nostra provincia per gestire la novità.

In vista della «commessa Amazon» sono già state assunte in provincia 36 persone, a tempo determinato: ora lavorano come portalettere, poi si occuperanno delle consegne per Amazon. Ma i sindacati sollevano qualche preoccupazione, ricordando che a Bergamo c’è già carenza di organico.

È stata infatti definita lo scorso 4 agosto la «commessa Amazon», l’accordo a livello nazionale tra il gestore del servizio postale e le organizzazioni sindacali per la gestione dei «pacchi» della principale piattaforma di e-commerce al mondo. Una svolta significativa, che vivrà proprio nei prossimi giorni un passo decisivo, anche per Bergamo: è in programma il 27 settembre, a Milano, l’incontro tra le «delegazioni» regionali dei sindacati e Poste Italiane, per definire nel dettaglio l’organizzazione del lavoro anche sul nostro territorio, in vista della novità. Che, nel concreto, è questa: da fine settembre a marzo 2018, sarà Poste Italiane a svolgere la consegna dei prodotti acquistati attraverso Amazon.

«La capillarità della rete di recapito e la relativa economicità delle tariffe postali ha permesso a Poste Italiane di diventare il principale protagonista nella distribuzione dell’e-commerce, attivando importanti accordi con Amazon», si leggeva nel verbale di accordo sottoscritto lo scorso 4 agosto. Ma qualche nodo resta, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori.«Speriamo di chiarirli già nell’incontro del 27: l’accordo nazionale c’è, ora resta da capire quale sarà la cascata sulla Lombardia e su Bergamo – riflette Rossana Pepe, segretaria generale della Slp-Cisl orobica –. In vista di questa novità sono già state assunte 36 persone, ma tutte con contratti a tempo determinato: ora lavorano come portalettere, poi si occuperanno delle consegne per Amazon. Ma non è con questi 36 nuovi ingressi che si risolverà il problema, perché le criticità sono a monte. Servono altre persone ma soprattutto altri mezzi, altrimenti sarà come andare a fare la guerra senza armi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA