Pensioni, effetto «Fornero»
Solo a Bergamo l’Inps risparmia 9 milioni

I dati elaborati dalla Cisl orobica che sottolinea come a fronte delle minori spese previdenziali, vi siano più sessantenni al lavoro e meno trentenni.

A Bergamo e provincia, al 1 gennaio 2017, erano 198.594 i pensionati con assegno per “vecchiaia” in carico all’INPS: 2176 in più del 2015. L’importo medio mensile supera i 1228 euro, contro i 1179 di due anni prima. Rimane la scandalosa differenza tra assegni maschili e femminili: in due anni la differenza tra le pensioni medie è passata dagli 861 agli 872 €. L’effetto della legge Fornero inizia a percepirsi nell’analisi che la segreteria FNP CISL di Bergamo ha compiuto sui dati INPS relativi alle classi d’età dai 55 ai 69 anni. In queste fasce, i fruitori di pensioni per anzianità lavorativa sono scesi dai 92099 del 2011 ai 74829 di quest’anno: oltre 17.000 assegni in meno. «Più gente che rimane nel mondo del lavoro sopra i 60 anni, meno gente che entra sotto i 30», dicono dalla FNP CISL.

In proporzione, anche qui, è il mondo femminile che paga più salato l’accesso alla pensione: dal 2011 al 2017, infatti, le donne che arrivano alla pensione sono il 22% in meno. Per i maschi, il saldo negativo è del 17%. Per le pensioni in queste classi d’età, l’INPS di Bergamo spenderà, nel 2017, 9milioni e 300mila euro in meno rispetto al 2013. «I lavoratori bergamaschi hanno contribuito in misura determinante ai risparmi della spesa pensionistica – sottolinea Roberto Corona, della segretaria provinciale della FNP CISL -, considerando anche il numero dei lavoratori precoci, che con la riforma Fornero hanno visto allontanarsi considerevolmente il traguardo della pensione. Oggi ci auguriamo che quanto guadagnato possa essere investito sui giovani e sul loro ingresso, il più possibile agevolato».

«Sarà indispensabile continuare la strada di un confronto costante e costruttivo con il Governo – dice Onesto Recanati, segretario generale della categoria. Ci auguriamo che finalmente nell’incontro del 24 con il Governo, si possano porre sul tavolo i temi che i pensionati aspettano da tempo». Per Caterina Delasa, segretaria FNP, la trattativa con l’Esecutivo dovrà portare al “recupero del danno provocato dal blocco della rivalutazione, oltre che alla modifica della legge Fornero. Chiediamo certezze per le pensioni di reversibilità presenti e future, frutto di contributi versati e non regalie, e maggiori risorse per l’invecchiamento. 70 milioni di tasse versate dai pensionati potranno in qualche modo darci il diritto di farci sentire».

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