Perso il bando per le piste ciclabili
Zenoni: «Non tutto è perduto»

Il Comune di Bergamo è il primo degli esclusi nella classifica dei finanziamenti regionali concessi a progetti legati a piste ciclabili. Palafrizzoni quindi deve dire addio al sogno di collegare la città da ovest a est con un’unica pista protetta?

Forse no, come prova a spiegare l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni: «Bando per la realizzazione di piste ciclabili, promosso dalla Regione Lombardia, per assegnare fondi europei. Sono usciti i risultati. Nella categoria in cui ci siamo candidati sono stati finanziati otto progetti. Noi siamo noni in classifica, primi degli ammessi non finanziati. Peccato, ovvio. D’altronde ritengo assolutamente utile provare tutti i bandi di interesse, sapendo che la vittoria non è mai certa. Mi piace comunque vedere però il bicchiere mezzo pieno e vengo a spiegarmi. Innanzitutto va detto che si sono candidate molte città, molti comuni e diversi parchi regionali.

Molti di questi soggetti, ovvero decine di progetti, sono stati giudicati inammissibili. Il nostro invece è in classifica, appena fuori dalla “zona UEFA”. E’ dunque coerente alle finalità del bando, a riprova del buon lavoro degli uffici. L’attività progettuale non è stata vana. Se qualche Comune dei primi otto dovesse rinunciare o non essere in grado di fare gli interventi nei tempi dettati dalla Regione, o decidesse di ridurre l’importo richiesto, i finanziamenti avanzati verrebbero redistribuiti nel rispetto della classifica degli esclusi, in ordine di arrivo.

In più, gli eventuali ribassi di gare, presumibili di questi tempi, saranno anch’essi distribuiti tra gli altri. Inoltre, è possibile che altri bandi vadano a finanziare i Comuni seguendo la classifica redatta in questa occasione. Ergo, non abbiamo ottenuto i fondi subito, ed è un peccato, ma speriamo che possano arrivare tra qualche mese.

Da ultimo, lo sforzo progettuale lascia nei nostri uffici uno schema completo per l’asse di ciclabilità est-ovest della città, composto da diversi interventi che intendiamo realizzare comunque, anche con altre risorse (oneri, standard, ecc.), anche nel caso in cui dalla Regione, alla fine, dovesse arrivare poco o nulla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA