Processo ultras, parla il Bòcia
«Non siamo associazione a delinquere»

Il leader della Curva Nord torna in aula e si difende con una dichiarazione spontanea di pochi minuti. «Ho fatto degli errori in quel periodo ma da qui a considerarci un’associazione a delinquere ce ne passa».

Nel processo agli ultras dell’Atalanta che devono rispondere davanti al giudice Giovanni Petillo di associazione a delinquere finalizzata ai disordini e ad altri reati da stadio, è stato il giorno di Claudio Galimberti detto il «Bòcia». Il leader della tifoseria neroazzurra ha parlato per pochi minuti e ha detto: «Manco da tanto tempo dalla Curva, è difficile per me non esserci. Mi sono assunto le mie responsabilità, ho commesso degli errori in quel periodo dettati da rabbia personale e isteria per alcune situazioni nei miei confronti che consideravo ingiuste. In questo ho coinvolto anche altre persone ma da qui, a considerare questa un’associazione a delinquere ce ne passa. Non siamo persone che si organizzano sistematicamente per gli scontri», ha concluso il Bòcia.

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