Proposta taglia-stipendi dei parlamentari
Se legati alle presenze, Guerini al top

Arriva in aula il disegno di legge per tagliare gli stipendi dei parlamentari. Il documento è firmato dal Movimento 5 Stelle, che vuole sforbiciare del 50 per cento la parte fissa dell’indennità (da 5mila a 2500 euro netti al mese) e ridurre la diaria.

Le casse dello Stato risparmierebbero così 87 milioni di euro all’anno. Difficile che il provvedimento passi al primo colpo. Il premier Matteo Renzi però ha provato a rilanciare durante l’intervista di domenica a In mezz’ora: «Il Pd è favorevole a ridurre gli stipendi, il problema è come farlo - spiega - . Ad esempio potremmo dare ai parlamentari l’indennità sulla base delle presenze. Di Maio ha il 37 per cento delle presenze e prende il doppio di me che non sono parlamentare. Alla fine del mese gli si dia il 37 per cento dello stipendio». In questo caso quindi il compenso destinato ai parlamentari sarebbe legato alle presenze in aula.

Tra gli stakanovisti c’è anche un bergamasco: Giuseppe Guerini, esponente del Pd, vanta il 99,98% delle presenze, secondo in classifica solo a Cinzia Maria Fontana e il suo 99,99%. Niente male anche Elena Carnevali (92.82% delle presenze), Antonio Misiani (87.14%), Cristian Invernizzi (78.83%), Giovanni Sanga (67.06%). Devono recuperare terreno invece Alberto Bombassei (32.74%) e Gregorio Fontana (28.07%). Tra i senatori spicca invece Roberto Calderoli (presente il 88.29% delle sedute), seguito da Nunziante Consiglio (85.79%), Marco Pagnoncelli (73.03%) e il presidente del Copasir Giacomo Stucchi (21.63%).

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