Lavoro, quante idee under 35
Ora diventano impresa sociale

Dalla matita che aiuta le scuole al doposcuola normale che invece è molto speciale, fino all’agenzia di comunicazione che lancia sui social le società dei coetanei. Per semplificare Job in 3.0 è tutto questo e molto altro ancora.

II progetto biennale da 180 mila euro (di cui 100 mila finanziati dalla Regione) nell’ambito dei Piani territoriali in materia di politiche giovanili – promosso da una rete locale che fa riferimento ai tre ambiti di Bergamo, Dalmine e Valle Imagna, con Palafrizzoni capofila e il sostegno di 43 partner, tra soggetti pubblici e privati – è alle battute finali, col bando spazi (vedi pagina a fianco) che si chiude venerdì.

Il 1° aprile al «Natta» si traccerà il bilancio con i protagonisti di quest’esperienza volta a promuovere la partecipazione e l’imprenditorialità dei giovani under 35, ma intanto la morale è chiara: altro che bamboccioni, i ragazzi hanno idee da vendere (nel senso letterale del termine, perché qui si parla anche di fonti di guadagno seppur molto spesso abbinate a uno scopo sociale) e se con una «spintarella» (niente a che vedere con le raccomandazioni, qui conta il merito) meglio ancora. La «spintarella» sono formazione, spazi e risorse economiche (anche se non molte, comunque generatrici di processi), quello che Job in ha messo sul piatto con dei bandi dedicati. «Siamo molto contenti dei risultati – commenta l’assessore comunale competente Maria Carla Marchesi –: dopo una prima fase di conoscenza ed esplorazione del mondo del lavoro, con l’analisi delle difficoltà che i diversi settori stanno attraversando, si è passati a una fase operativa vera e propria con una serie di occasioni offerte ai giovani tra i 18 e i 35 anni».

Qualche numero lo sforna Monica De BIasi, coordinatrice del progetto Job in: «In totale sono stati fatti sei bandi, oltre 350 i giovani che hanno effettivamente partecipato alle diverse azioni, escluso il bando spazi in chiusura in questi giorni. La pagina Facebook è seguita attivamente da 520 persone».

Idee e competenze che si intrecciano: il primo bando, infatti, ha selezionato otto soggetti imprenditoriali (cinque imprese e tre associazioni) su 25 candidature pervenute; il secondo ha individuato sette professionisti under 35 che hanno messo a disposizione la propria competenza (nelle aree marketing e comunicazione, consulenza aziendale e legale, amministrativa, di finanza e controllo) proprio per supportare l’avvio o l’espansione delle attività degli otto finalisti del bando idee. A questi percorsi si è aggiunta l’attivazione di otto tirocini (su 15 colloqui effettuati) per l’inserimento nel mondo lavorativo di quei giovani che non hanno accesso ai dispositivi regionali e nazionali. Tra i partner, il Patronato San Vincenzo, «Mestieri Lombardia», fondazione Ikaros e alcune aziende del territorio. Senza contare gli incontri formativi pre e post bandi e gli incontri di educazione imprenditoriale in tre scuole superiori, con sei classi coinvolte.

Le risposte hanno messo in luce anche le diverse caratteristiche dei territori: perché se a Bergamo e in Valle Imagna gli esiti sono stati positivi, nell’ambito di Dalmine c’è stata qualche difficoltà in più sia a farsi conoscere sia a recuperare spazi. «C’è stata la partecipazione di un bel gruppo di ragazzi, con la presentazione di idee molto interessanti – fa il punto Giacomo Invernizzi, presidente dell’azienda Valle Imagna –: da parte degli operatori c’è stato un buon lavoro a stretto contatto col territorio, che ha permesso di avere risultati maggiori rispetto ad altre aree: in tutto sono state una quindicina le realtà coinvolte».

In Valle Imagna, oltre al progetto Job in, sono state realizzate altre due iniziative sempre finalizzate al sostegno dell’imprenditorialità giovanile ma più strettamente legate alle specificità territoriali: la prima rivolta al distretto dell’attrattività turistica, la seconda al settore agricolo nella cosiddetta «Valle dei cinque campi» (che comprende Brumano, Corna Imagna, Fuipiano Imagna, Locatello, Rota d’Imagna): su questo fronte sono state nove le realtà accompagnate all’apertura o all’implementazione della propria attività. «Nei prossimi mesi – annuncia Invernizzi – c’è la volontà di aprire un nuovo bando, finanziato con i fondi Bim (15-20 mila euro), per sostenere start up legate al territorio, con l’apertura di uno spazio per il coworking a Sant’Omobono».

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