«Quell’incidente senza casco integrale
Il mondo ora studia il mio nuovo naso»

Andrea Bersani: «Per 23 anni ho portato i segni di una caduta. La ricostruzione è un caso che fa scuola»

Il naso ci precede, come se fosse un biglietto da visita, come diceva Edmond Rostand nel suo «Cyrano de Bergerac». Nella sua forma e dimensione, secondo il senso comune, si legge già qualche tratto della personalità (ma non sempre ci si azzecca). Non ha comunque, ovviamente, solo un valore estetico: lo ha imparato a sue spese Andrea Bersani, che per 23 anni ha portato sul volto i segni di un grave incidente in moto prima di riuscire a ricostruirne completamente la struttura, grazie a un intervento eseguito all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo da Enrico Robotti, direttore della Chirurgia Plastica, così particolare e innovativo da essere incluso nel programma della quarta edizione della Minifellowship in Revision Rhinoseptoplasty, un corso internazionale che riunisce periodicamente nella nostra città specialisti provenienti da tutto il mondo.

L’incidente è avvenuto nell’estate del 1994: «Durante una gita in moto a Bellano, sul lago di Como - racconta Andrea - in curva sono scivolato e ho perso il controllo della moto. Non so cosa sia successo, sulla strada c’era un po’ di fango. Era estate, aveva smesso di piovere da poco, il fondo era viscido. Comunque ho fatto tutto da solo». Indossava il casco, ma non quello integrale. Una settimana dopo sono stato sottoposto a un intervento per ricomporre il setto nasale» «Quando mi sono risvegliato dopo l’intervento e mi sono guardato allo specchio sono rimasto scioccato. All’inizio ne ho sofferto molto, ma non mi sono mai perso d’animo - spiega - . Ho pensato che avrebbe potuto capitarmi di peggio, mi sono consolato così». Ha imparato ad accettarsi, dopo un po’ ha smesso di farci caso. Era già fidanzato con Ghislaine, appassionata ballerina e insegnante di danza: «Mi è sempre stata vicina, il nostro rapporto non è cambiato dopo l’incidente, anzi, si è rafforzato e con il suo aiuto ho superato anche i momenti più difficili». Così mi sono convinto e mi sono rivolto a uno specialista, un otorino di Bergamo, Giampietro Sonzogni: è stato lui a indicarmi la necessità di ricostruire completamente il naso e a suggerirmi di consultare Enrico Robotti». Così Andrea ha finalmente deciso di sottoporsi all’intervento: «Il chirurgo mi ha detto che non avrei dovuto aspettare così tanto - commenta sorridendo -. Ha notato che il mio naso richiedeva un’azione complessa e articolata e che la tecnica da adottare poteva risultare un esempio interessante dal punto di vista medico, perciò ha pensato di inserire questo intervento all’interno di un corso internazionale. Non ho avuto problemi a dare il consenso, anzi, mi ha fatto piacere perché ciò che è capitato a me in questo modo è diventato utile anche ad altri pazienti. Così quando mi sono svegliato mi sono ritrovato intorno nove specialisti che mi ponevano domande sulle mie condizioni in inglese. È stato un momento molto particolare, non lo scorderò facilmente».

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