Ristoranti e bar è ancora boom
In 5 anni +27%, grazie a Expo

Ascom: oggi si investe nel settore del food. I timori: troppi esercizi e i consumi non ripartono.

crescita di bar, ristoranti, alberghi e locali serali. Sono aumentati del 27% dal 2012 ad oggi e di quasi il 4% nell’ultimo anno. I dati della Camera di Commercio elaborati da Ascom dimostrano che il settore del «food» fa da traino per il commercio orobico. Un fenomeno esploso dopo Expo e che non accenna a diminuire, tanto in città quanto in provincia. Bar e ristoranti sono cresciuti – tra giugno 2016 e lo stesso mese del 2017 – di 99 unità (+2,39%) in tutta la provincia, 24 i nuovi locali aperti in città (+3,93%). Una tendenza consolidata: + 16,83% in tutta la provincia negli ultimi 5 anni, e + 27% soltanto in città.

«Una volta si investiva nell’immobiliare, oggi nel food» commenta il direttore di Ascom Bergamo, Oscar Fusini. Un boom che se da un lato indica una condizione florida per il settore, dall’altro qualche preoccupazione la suscita. «Sono due gli aspetti da considerare nell’analizzare questo fenomeno: sostenibilità e qualità – spiega Fusini –. La crescita dei consumi è ancora limitata e questo fa temere per la tenuta di un così alto numero di esercizi. Siamo preoccupati perché l’incremento dei flussi turistici e dei consumi fuori casa c’è ma non così importante da sostenere un numero tanto elevato di esercizi, molti dei quali faticano a sopravvivere. L’altro aspetto riguarda lo scadimento della qualità. La ristorazione tradizionale perde terreno e il livello qualitativo dell’offerta, soprattutto nei centri storici di pregio, sta precipitando. Non solo nel food. Chiudono le insegne storiche e avanza il low cost». Centri commerciali e insediamenti lungo le grandi arterie stradali sono diventati poli d’attrazione per chi vuole mangiare a prezzi abbordabili. «In questi anni c’è stata una grande riconversione, con veri e propri “parchi” dedicati al cibo nell’hinterland della città, dove si mangia a prezzi bassi e la proposta è standard. Questo inevitabilmente penalizza la ristorazione tradizionale».

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