San Fermo, ora si parla di cessione
Il Comune agli islamici: saremo inflessibili

Gli acquirenti ci sarebbero, le trattative procederebbero sotto traccia con la Cib, Comunità islamica bergamasca, che ha a capo Imad El Joulani, l’ex presidente del Centro culturale islamico di via Cenisio, ora guidato da Mohamed Saleh, già vicepresidente.

I vertici di Cib, o meglio della TechnoCib, la srl della Comunità islamica, starebbero vagliando una cessione della struttura di via San Fermo, acquistata con un finanziamento della Qatar Charity Foundation per realizzare un «centro polifunzionale» (e non una moschea», continua a ripetere El Joulani). Quel finanziamento è al centro di una denuncia presentata da via Cenisio e dall’Ucoii (Unione comunità islamiche, a cui il Centro islamico è affiliato), perché quei fondi qatarini «El Joulani li ha presi facendo credere che sarebbero andati a noi, ma noi non sapevamo nulla dell’equivoco», ribadisce Saleh.

Di fatto, l’interlocutore del Comune per un percorso che porti alla realizzazione di una moschea è sempre stato via Cenisio, e quel rogito con i fondi del Qatar per via San Fermo è arrivato come un fulmine a ciel sereno anche per Palafrizzoni. I conti della Cib sono stati sequestrati nel corso dell’indagine e il cantiere di via San Fermo dissequestrato solo a metà febbraio. Il Comune, intanto, ha incontrato i vertici della Cib, tramite gli assessori Giacomo Angeloni, delegato alla questione moschea, e Francesco Valesini, all’Edilizia privata. «Incontro tecnico: abbiamo ribadito con forza che in quell’area non è possibile realizzare neppure un centro culturale - sottolinea Valesini - . Ho ribadito la ferma posizione del Comune: ogni loro atto sarà passato al setaccio, alla prima non conformità si procederà di conseguenza».

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