Al lavoro la domenica e i festivi
Sono in 100mila nella Bergamasca

Il caso degli ipermercati: 20 euro in più per le cassiere. Ma in generale è l’industria a fare la parte del leone nel lavoro festivo.

Il copione si ripeterà, nonostante gli appelli dei sindacati, anche per il Primo Maggio, la festa dei lavoratori: molti ipermercati della grande distribuzione, così come i negozi dei centri storici, alzeranno le saracinesche malgrado la giornata festiva per accogliere la clientela. Accadrà anche in Bergamasca. Vabbè, però lavorando di domenica si guadagna di più. Ma gli occhi sbarrati della cassiera dicono tutto: «Prendiamo circa 20 euro in più». Tutto secondo le regole, o meglio, secondo lo stesso contratto nazionale del commercio, che per il lavoro domenicale - anche nella grande distribuzione organizzata - stabilisce una maggiorazione del 30%. Euro più, euro meno, per ogni domenica lavorata in un iper o supermercato un’addetta alle vendite si porta a casa 20 euro in più.

Secondo la Cisl provinciale, su una stima dei dati in loro possesso, le attività domenicali, o in giornate che potrebbero essere dedicate al riposo, nella Bergamasca riguardano, in tutto, 74 mila lavoratori dipendenti (su 372 mila) e 24 mila autonomi (a fronte di un totale di 98 mila). In sostanza 100 mila persone circa. A fare la parte del leone, però, sul territorio è l’industria, che ne impegna 35 mila. Nella graduatoria figurano poi, inevitabilmente, il commercio (11 mila addetti che lavorano di domenica o nei festivi), la ristorazione e gli alberghi (9 mila), la sanità e l’istruzione (5 mila 500), i servizi alle imprese (4 mila), i trasporti (3 mila 500), la pubblica amministrazione (2 mila 500), i servizi alla persona (1.800), l’agricoltura (930), l’edilizia (600) e le attività finanziarie (170).

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