«Sempre meno profughi in arrivo»
La Cisl: ma non finisce l’emergenza

La riflessione della Cisl sui dati forniti dalla Prefettura di Bergamo.

«Oggi arriva la conferma: gli sbarchi in Italia, se si parlasse di titoli di borsa, sono crollati al minimo storico. Ma visto che parliamo di uomini, donne e bambini, dobbiamo comunque tener presente che a fronte di un calo degli arrivi esistono situazioni al punto di partenza che sono al limite dell’umano». Gabriella Tancredi, segretaria Cisl di Bergamo, sintetizza il report prefettizio sui richiedenti asilo giunti nel territorio bergamasco in seguito agli sbarchi lungo le coste italiane.

Le proiezioni possibili, da gennaio a oggi, dicono che difficilmente si supererà il numero registrato nel 2016 delle persone giunte nei comuni della provincia orobica, «ma la differenza assume dimensioni enormi soprattutto nei mesi estivi, e cioè all’indomani del decreto Minniti e dell’accordo con la Libia per arrestare le partenze dei disperati alla ricerca di vita e condizioni migliori: tra luglio e settembre 308 arrivi contro i 580 dell’anno scorso».

«Tutto questo mentre continua la campagna mediatica sull’invasione da parte degli extracomunitari. In questi giorni scade l’ultimatum della Prefettura nei confronti di quei comuni che hanno pensato bene di elargire multe a chi volesse autonomamente accogliere profughi nelle loro proprietà» prosegue la sindacalista.

«Quella della Prefettura - dice Tancredi, allineandosi ai sindaci che tali scelte non hanno adottato – è una scelta che riconsegna legalità e rispetto delle regole dello Stato. Sarebbe auspicabile, anche, che le amministrazioni accoglienti vengano in qualche modo riconosciute e premiate. A livello nazionale, invece, occorre un vero progetto di governance del fenomeno che non perda di vista i diritti fondamentali delle persone».

«La situazione in Libia, dopo gli accordi, presenta una situazione al limite dell’umano. I campi di raccolta profughi sono per lo più “zone franche” dove spesso i diritti umani vengono ripetutamente negati e calpestati. Lo sa l’Italia, lo sa l’Europa, lo sanno tutti. Bisogna far presto e agire con assoluta trasparenza. Ogni giorno, ogni ora che passa si rischia di spegnere non solo le speranze di questa gente, ma la loro stessa vita».

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