Smog, il bilancio del 2016
Sempre meglio dal 2002 a oggi

Il rapporto reso noto da Legambiente Lombardia nonostante ci sia ancora molto da fare dipinge un miglioramento costante negli ultimi 15 anni in tutta la Pianura Padana. Ecco i dati su Bergamo.

E’ vero, come dice Legambiente, che si può e si deve fare di più e che spesso l’aiuto delle condizioni atmosferiche hanno contribuito a ridurre le concentrazioni di smog, ma il risultato finale è che negli ultimi dieci anni la qualità dell’aria in Lombardia è costantemente migliorata e così anche nel 2016. Nonostante, infatti, il ripetersi di un dicembre da bollino nero, le concentrazioni medie annue della Pianura Padana si sono mantenute lontane dai livelli dei primi anni 2000, e in nessun capoluogo è stata superata la media annua di 40 microgrammi/mc di polveri PM10 indicata dalla UE come limite perentorio.

Siamo ancora lontani dal poter parlare di risanamento atmosferico, afferma Legamabiente, tuttavia le tendenze di lungo periodo sono chiare, se solo si confrontano i dati dell’anno appena concluso con quelli del precedente decennio». Nel caso della città di Milano per esempio il 2016, con una media di 35,9 microg/mc di PM10, è stato il secondo migliore (dopo il piovoso 2014) dal 2002, e la tendenza in calo è evidente dai dati storici raccolti dalla rete fissa di ARPA Lombardia nelle centraline milanesi e così vale anche per Bergamo che quest’anno ha superato il limite per 60 giorni piazzandosi all’ottavo posto su dodici nella graduatoria dei capoluoghi lombardi. Guidata da Milano e Mantova e invece chiusa da lecco e Sondrio. Non male quindi.

Per quanto riguarda i capoluoghi invece, la città con i valori medi di inquinamento da polveri più alti nel 2016 è stata Monza, che nelle sue due centraline (peraltro con molti ‘buchi’ legati a frequenti e prolungati malfunzionamenti) ha fatto registrare una media annua di 36,6 mcg/mc e anche in questo caso il nostro capoluogo è molto più sotto in 7.a posizione con una concentrazione media annua di 31,7 microgrammi/mc.

Sondrio conferma il proprio primato, sempre incalzato da Lecco, come capoluogo lombardo con l’aria migliore, nonostante le recenti evidenze circa il ruolo del riscaldamento a biomasse solide (legno, cippato e pellet, molto impiegati nelle valli alpine) nelle emissioni di particolato sottile: senza voler attenuare le preoccupazioni, che devono spingere ad adottare tecnologie di combustione efficienti e a basse emissioni, risulta però evidente anche da questi dati che il traffico automobilistico continua ad essere la fonte principale di emissioni inquinanti, ed è su questo versante che occorre concentrare le azioni. Se per quanto riguarda la concentrazione media su base annua, nel 2016 non è stato segnalato nessuno sforamento delle norme UE, le cose vanno peggio per quanto riguarda i picchi, e il mese di dicembre.

«E’ importante proseguire con maggior determinazione e sistematicità - aggiunge Damiano Di Simine, responsabile scientifico dell’associazione - considerando i benefici che non sono solo sanitari: ridurre il traffico e sviluppare l’offerta di mobilità collettiva significa migliorare le prestazioni complessive del sistema Lombardia e ridurre i costi dell’inefficienza delle reti di trasporto, ridurre le emissioni inquinanti significa anche perseguire necessari obiettivi di lotta al cambiamento climatico, di efficienza energetica e di riduzione della dipendenza dalle importazioni di idrocarburi. E in particolare, ridurre in modo sistematico e strutturale le emissioni significa prevenire gli episodi acuti di inquinamento e la necessità di misure di emergenza, che sono sempre e comunque tardive».

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