Sorella e fratello, con un grazie speciale:
«Lui down, eredità preziosa dei genitori»

«Mio fratello ha la sindrome di down, si chiama Stefano ed è l’eredità più preziosa che i miei genitori potessero mai lasciarmi. A quasi un anno dalla morte di mia madre mi ritrovo a fare uno dei tanti punti della situazione soffermandomi su come la mia vita sia cambiata e su come la disabilità di mio fratello abbia contribuito a farmi diventare quella che sono e, soprattutto grazie a lui, a farmi scoprire un mondo di persone meravigliose che gravitano intorno alla sua vita e, di conseguenza, anche intorno alla mia».

Lo scrive Brunella in una lettera bellissima e commuovente pubblicata su L’Eco di Bergamo qualche giorno fa. Speciale e intensa, che riportiamo anche on line. «Un giorno un amico mi scrisse: ”Ciò che conservo nel mio scrigno emozionale è l’esatta sintesi tra esperienza e “percezione” che la vita propone attraverso persone di elevata caratura umana”. Ed è per questo che con questa lettera voglio ringraziare gli operatori della cooperativa sociale Namastè: Monica, Gloriana, Laura, Daniela, Livia, Mary, Rinaldo, Daniele, Cristiano, Claudio... (non me ne vogliano coloro che non ho citato ma sono famosa per la mia memoria pessima...) e tutte quelle persone che quotidianamente spendono il proprio tempo per rendere la nostra vita meno faticosa. Mi rivolgo direttamente a voi dicendovi: grazie davvero per esserci sempre stati, per il vostro sostegno, la vostra attenzione e cura in tanti momenti. soprattutto in quelli più difficili. Grazie di cuore per come siete, per il vostro splendido cuore e per la vostra infinita umanità. Ed infine un grazie particolare per non farci mai sentire soli».

«In questo periodo storico così pesante e buio, riuscire a scovare degli spiragli di luce è motivo di respiro e speranza» conclude Brunella: «Ed avere la conferma che esiste sempre del bello anche dietro l’angolo, è uno dei doni più grandi che il creato ci regala attraverso i volti e i gesti delle persone speciali. Vi voglio bene. Davvero».

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