Stage? No, lavoro low cost
Troppi casi sospetti. Anche a Bergamo

Spesso si chiama stage ciò che è un impiego vero e proprio. Solo che costa pochissimo: 400 euro al mese e spesso in parte finanziati dallo Stato. La Cgil: «Troppe imprese scorrette. I lavoratori superino la paura e denuncino».

Si chiamano «tirocini», ma non sono tali: sono dei veri e propri lavori solo che sono sottopagati. Senza vincoli e senza responsabilità per le aziende. Il problema è che sempre più spesso i tirocini o stage sono veri e propri impieghi, ma ovviamente sottopagati.

Secondo la legge i tirocini extracurriculari, o stage, si attivano per offrire a una persona l’opportunità di apprendere un lavoro. La durata massima è di sei mesi, prorogabili per altri sei. Le norme dicono, poi, che per le imprese fino a cinque dipendenti non ci può essere più di uno stagista; per le imprese da sei a venti non più di due; con più di venti lavoratori, i tirocinanti non possono essere più del 10 per cento dell’organico. Soprattutto, i tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine o in malattia, maternità, ferie.

Nel 2015 in Lombardia sono stati attivati circa 78 mila tirocini. Metà degli stagisti, alla fine, sono rimasti a casa. L’altra metà invece? Il 27 per cento ha raggiunto l’obiettivo di un contratto a tempo determinato; il 24,6 per cento ha ottenuto un apprendistato: quindi dopo essere stati formati per 6 mesi o un anno questi lavoratori vengono di nuovo formati per altri anni; il 21 per cento ha avuto un tempo determinato; il 17 per cento si è visto rinnovare lo stage; il 5,5 per cento ha «conquistato» un contratto interinale. Comunque sia, grazie ad un accordo con i sindacati, il rimborso spese minimo per gli stagisti lombardi è di 400 euro al mese.

Con dei lati oscuri: molto spesso questi stage sono finanziati dallo Stato e, inoltre, i datori di lavoro definiscono stage ciò che è un lavoro vero e proprio e che non richiede alte competenze. Il problema è che i controlli per verificare se effettivamente gli stage sono reali o sono in realtà assunzioni a basso costo sono secondo i sindacati inesistenti. «Di casi ne raccogliamo a decine - spiega Giorgio Ortolani della Filcams Cgil - e sappiamo che non sono poche le imprese scorrette che approfittano di uno strumento utile per trasformarlo in manodopera a basso costo, 2-3 euro l’ora. Noi però siamo attrezzati per intervenire. A questi lavoratori dico: occorre superare la paura. I lavoratori superino la paura e denuncino».

Casi anomali sono segnalati anche nella Bergamasca: «Il rischio di un abuso dello strumento è un pericolo che abbiamo rilevato negli ultimi tempi - spiega Marco Toscano della Cgil Bergamo -. Difficile una quantificazione, difficile è anche che questo abuso venga denunciato dai tirocinanti che vivono in una condizione di abuso e precarietà, ma anche di speranza. È invece importante che questo fenomeno sia denunciato e si segnali quando il tirocinio non rispetta il contenuto della formazione, nascondendo un rapporto di lavoro tra l’altro sottopagato».

La Cgil Bergamo quindi mira a un «osservatorio che possa tenere più sotto controllo queste situazioni border line, anche perchè il tema è sempre più attuale: i dati di attivazione dei tirocini nella Bergamasca - conclude Toscano - sono in aumento».

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