Stambecchi sfidano la forza di gravità
«aggrappati» alla diga del Barbellino

Una quarantina domenica 28 maggio hanno «scalato» lo sbarramento per cercare il salnitro che si deposita dai rivoletti d’acqua. Pendenze vicine ai 90 gradi e fino a 50 metri d’ altezza. Guarda il video.

Quando all’ inizio degli Anni ’80 vennero introdotte alcune decine di stambecchi nelle valli di Fiumenero, frazione di Valbondione, nessuno avrebbe mai pensato a una crescita esponenziale di questi ungulati provenienti dalla Val d’ Aosta. Oggi le cose sono radicalmente cambiate: i capi, sul territorio orobico, hanno superato le mille unità raggiungendo gli angoli più remoti delle nostre montagne. D’ estate li si incontrano numerosi: dal rifugio Benigni al passo di Valsecca, dal Brunone al Coca, dalla Valmorta al monte Torena con naturali sconfinamenti sul versante nord, quello valtellinese, che presenta temperature più basse.

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Nel periodo estivo, infatti, si radunano numerosi alla base del muro di sbarramento della diga del Barbellino regalando ai tanti fotografi appassionati, numeri da veri funamboli d’alta quota. La necessità di integrare la dieta con il sale, spinge gli stambecchi alla ricerca del salnitro, un nitrato di potassio che si forma su queste costruzioni e in ambienti umidi. La golosità degli ungulati li porta a salire fino ad altezze vertiginose, prossime ai cinquanta metri e con inclinazioni praticamente vicine ai 90 gradi, compiendo evoluzioni che sfidano la forza di gravità. I più piccoli, che raggiungono appena l’ anno di età, non sono da meno e si spingono spesso più in alto della madre.

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