Strade da sistemare, enti senza soldi
Con l’omicidio stradale rischiano guai

Preoccupazione tra sindaci e amministratori provinciali: con il nuovo reato di omicidio stradale di fronte a manutenzioni o segnaletica inadeguate, o altri problemi sulla strada, gli enti proprietari potrebbero essere chiamati in causa in caso di incidenti mortali.

«È una follia. O vengono garantite agli enti le risorse adeguate a intervenire, oppure cosa dobbiamo fare? Chiudere le strade? Mettere il limite di velocità a 10 chilometri orari?». Il copyright è di Pasquale Gandolfi, consigliere delegato alla Viabilità della Provincia. Ma la preoccupazione appare condivisa dai sindaci bergamaschi, e in generale dagli enti locali a livello nazionale. Tanto che Anci e Upi hanno scritto nelle scorse settimane al Viminale chiedendo un incontro chiarificatore. Il nodo del contendere è una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza sul reato di omicidio stradale. Sotto la voce «omicidio stradale non aggravato» si precisa che «il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade, anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della Strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli». Insomma, di fronte a manutenzioni o segnaletica inadeguate, o altri problemi sulla strada, gli enti proprietari potrebbero essere chiamati in causa in caso di incidenti mortali. Perché è loro responsabilità assicurare la cura, la pulizia, l’efficienza delle strade. Ma se i soldi non bastano, che si fa?

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