Tagli agli autobus in provincia
«Intere aree senza collegamenti»

Tagli senza soste sul trasporto pubblico bergamasco: altri 260mila chilometri sono stati tolti alle mappe dei pullman che collegano gli angoli della provincia, soprattutto nelle parti più periferiche e già poco servite.

È il caso dei paesi del Monte Bronzone, da Foresto Sparso a Viadanica alle due Adrara, dove gli utenti si sono trovati da un giorno all’altro affisso al palo della pensilina un laconico annuncio che sospendeva ogni corsa che collegasse questi paesi a Sarnico e a Villongo e da qui verso Bergamo.

Delle quattro corse giornaliere, finita la scuola, non ne è rimasta traccia. Nemmeno quella del giovedì per il tradizionale mercato di piazza XX settembre, solitamente pieno, sia all’andata che al ritorno.

«La situazione del trasporto pubblico è ormai ben nota a tutti – dice Andrea Volpi, della FNP CISL, che nella sede di Sarnico ha già raccolto numerose lamentele e richieste di intervento da parte di pensionati e cittadini più giovani -. Sappiamo anche che la sforbiciata non ha colpito solo la nostra zona, ma è innegabile che togliere ogni tipo di collegamento a questi comuni significa condannare molte persone, soprattutto le più anziane a una sorta di isolamento estivo continuo, senza contare che per questi paesi Sarnico rappresenta il centro di servizi essenziali, come l’ospedale».

«È vero – scrive un cittadino alla Provincia, lamentando la mancata risposta -, su questa linea, finite le scuole, non c’è molta affluenza, ma non lasciare alcuna corsa significa tagliare un po’ troppo. Chi non ha un mezzo privato è completamente escluso da qualsiasi servizio, come gli esami clinici o le visite specialistiche».

«I comuni della zona “bypassati” dal taglio estivo superano comunque i 5000 abitanti – insiste Volpi - Sarebbe quantomeno importante che la Provincia valuti la situazione in cui si trovano queste persone e rispristini almeno un paio di corse al giorno». FNP CISL, da parte sua, promette pressioni e proteste fino a quando non sia ristabilito un servizio utile alla popolazione.

Sulle barricate anche i sindacati dei lavoratori dei trasporti. Renato Lorenzi, segretario generale di FIT CISL Bergamo – appoggia la lotta dei pensionati, e chiede “che sia garantito un servizio minimo e adeguato alle esigenze dell’utenza più debole”.

Il traporto pubblico locale in Lombardia vive ormai da troppo tempo uno stato di incertezza.

«Lo vediamo già in questi giorni e sarà più chiaro a settembre, alla ripresa del servizio scolastico: tante zone della provincia si troveranno di fronte a un livello di trasporto pubblico non adeguato alle esigenze crescenti di mobilità, e in alcuni casi alla scomparsa vera e propria del servizio. Tutto questo mentre a parole Governo, Regione e Comuni continuano a ritenere necessario un investimento sulla mobilità collettiva».

FIT CISL, insieme ai colleghi di FILT CGIL e UILTRAPORTI ha organizzato per venerdì 8 luglio, un presidio sotto la sede della Regione Lombardia, a Milano, per chiedere chiarezza su risorse, regole e sviluppo del sistema di trasporto pubblico.

«Il 2017 sarà per molti territori, e tra questi anche Bergamo, l’anno delle gare per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico. Da un lato – commenta Lorenzi – l’iniziativa è positiva, perché si cerca di affidare l’intero sistema provinciale a un solo gestore, favorendo così l’ottimizzazione dei costi e della gestione. Però, l’assegnazione avverrà ancora su un Piano della Mobilità provinciale fatto nel 1994, con situazione economiche, occupazionali, commerciali e di servizi completamente diverse da quelle di oggi. Per questo chiediamo che l’Agenzia della Mobilità realizzi un nuovo sistema di rete integrata tra le linee urbane e extraurbane che sia più vicina alle esigenze della provincia e dell’utenza di oggi».

Nell’incontro avuto in Provincia lo scorso 20 giugno i sindacati si sono resi disponibili a collaborare con l’Agenzia, che ha garantito per settembre un primo incontro informativo, «dove potremo iniziare a dare il nostro contributo, preoccupati per le pesanti ripercussioni che rischiano di determinarsi per i lavoratori del settore e decisi a richiedere risorse e regole certe, per un sistema di trasporto pubblico al passo con i tempi».

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