Terrorismo, in Italia pronte le forze speciali
Controlli a moschee e propaganda web

L’attacco alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray è stato solo la conferma: il terrorismo islamico colpisce anche i simboli come una parrocchia e il suo parroco, Jacques Hamel.

Nei mesi scorsi i siti affiliati all’Isis hanno più volte rilanciato video e foto che ritraggono Roma che brucia sotto la bandiera nera. «Colpiremo Roma», uno dei simboli dell’Occidente. Un predicatore jihadista ha perdino sventolato la bandiera dell’Isis davanti a piazza San Pietro. Per tutti questi motivi, soprattutto dopo l’attacco di martedì, l’Italia ha pianificato piani di emergenza che prevedono l’utilizzo dei corpi speciali militari. Il controllo del territorio si è intensificato nelle ultime settimane. In caso di emergenza entrerebbero in campo gli specialisti del Consubin e del Col Moschin, ai quali saranno assegnati temporaneamente le qualifiche di «agenti di pubblica sicurezza» in modo da poterli impiegare anche per eventuali perquisizioni e arresti. Diverso il discorso in caso di attentato: i militari sono addestrati per intervenire in situazioni ad alto rischio, come la presenza di ostaggi e scontri a fuoco.

L’occhio delle forze di polizia è aperto per monitorare tutte le persone sospette, soprattutto chi negli ultimi anni ha avuto contatti con fondamentalisti islamici. Oppure chi ha inneggiato all’Isis su siti internet e social network. Oltre ovviamente a centri islamici, moschee, carceri. Finora sono stati allontanati oltre cento islamici, altri saranno accompagnati al confine o imbarcati su un aereo nelle prossime settimane.

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