Un altro filo-killer nel bosco
«Avvertimento agli enduristi»

È successo a Premolo in Valle Seriana, il filo di nylon, era sul sentierotra Cima Belloro e Piazza Golla. «Segnalate a Comune e carabinieri».

Dopo il cavo d’acciaio tirato a altezza collo tra due alberi sull’argine del fiume Oglio a Rogno contro cui è finito un giovane motociclista di Costa Volpino, un’altra intimidazione rivolta a chi pratica l’enduro arriva dalla Valle Seriana. A Premolo, all’interno dell’area del Parco delle Orobie, e quindi in una zona interdetta al transito delle moto, un escursionista ha trovato lungo un sentiero, utilizzato anche da chi pratica il motocross, una corda legata tra due piante a circa un metro e settanta centimetri di altezza da terra.

Si tratta di un filo di nylon, meno pericoloso dei soliti fili di ferro, ma che lancia chiaramente un messaggio: la convivenza tra chi va a piedi e chi in sella a un motore si fa sempre più difficile. La corda è stata individuata sul sentiero che da Cima Belloro porta in Piazza Golla, a circa 1.100 metri di altitudine. «Abbiamo saputo oggi di questo ritrovamento – spiega Omar Seghezzi, il sindaco di Premolo – dai social network e dagli organi di informazione e, in base a quello che abbiamo ricostruito, l’escursionista lo ha trovato mercoledì. I carabinieri e il loro nucleo di forestali è salito nella zona indicata per compiere ulteriori accertamenti, ma non hanno trovato nient’altro. Lo stesso filo che era stato trovato l’altro giorno, era stato rimosso direttamente dall’escursionista». È la prima volta che a Premolo succede un fatto del genere «e se si dovesse ripetere – conclude il primo cittadino – invitiamo le persone a segnalarlo anzitutto al Comune e ai carabinieri, in modo che le autorità competenti possano eventualmente raccogliere ulteriori indizi utili alle indagini».

Andrea Gatti, presidente del Moto Club Bergamo, che proprio dalle colonne del nostro giornale aveva rilanciato l’esigenza di individuare al più presto un percorso riservato alle moto da enduro proprio per evitare altri gravi episodi come quello sul fiume Oglio a Costa Volpino, saputo di quanto accaduto a Premolo commenta: «Noi appassionati di moto siamo prima di tutto vittime di questi episodi e chiediamo che i carabinieri, i carabinieri forestali e le guardie ecologiche volontarie individuino i responsabili. Oltre ai gravi danni che questi fili possono creare, mettono in evidenza che il tema del percorso riservato alle moto non può più essere rimandato. Ma purtroppo diciamo queste cose da dieci anni, e tutto sembra essere finito in una palude».

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