«Un quartiere che non riconosco più»
Lettera di un giovane dalla Celadina

Bergamo, la lettera di Lorenzo Murelli, 24 anni, che abita nel quartiere Celadina: «Priorità alla sicurezza e agli interventi contro il degrado».

«Sono cresciuto nel quartiere di Celadina – scrive Lorenzo in una lettera indirizzata al sindaco Giorgio Gori e ai giornali locali, prendendo spunto dal video-messaggio con gli auguri del sindaco per il 2016 – e adesso, grazie alla fortuna di avere un lavoro e ai sacrifici dei miei genitori, abito in un appartamento in via Daste e Spalenga. Celadina mi è sempre piaciuto, soprattutto per le grandi aree verdi, i campi sportivi, la posizione rispetto ai maggiori punti di riferimento e la comodità delle linee Atb che ti portano praticamente ovunque. Non riesco a capire come però gli ultimi mesi stiano rovinando i bei ricordi che ho di questo quartiere. Sono certo che lei sarà al corrente del degrado di via Pizzo Scais. Le recinzioni dell’ ormai quasi decennale cantiere all’incrocio con via don Zambetti si ribaltano ad ogni perturbazione o soffio di vento, risultando pericolose e dando spazio a flora e fauna (topi di ogni genere e dimensione) di propagarsi per strade e marciapiedi. Parliamo poi del parco (dovrebbero premiare chi ha progettato e soprattutto chi ha approvato quel “ponte” di legno, ma lei non c’entra), dichiarato inagibile a causa dei danni strutturali; l’ormai distrutta recinzione in legno è facilmente scavalcabile e permette a chiunque di nascondersi all’interno o ancora peggio sfruttarla per introdursi nel vicino condominio».

«Mi piacerebbe poterci passeggiare dentro nuovamente senza rischiare che mi cada una trave in testa, ma quantomeno per il momento non sarebbe almeno possibile stendere una recinzione normale? La centrale da rivalorizzare? È dal 2005 che si parla di riutilizzare i locali per cultura e servizi. I muri ridipinti sono invece “tavolozze” per “opere di strada” di ogni tipo che hanno portato alla chiusura del simpatico “anfiteatro” realizzato durante i lavori e alla conseguente creazione di due aree chiuse e poco illuminate. In via Daste e Spalenga le cascine sono ancora da bonificare, discariche a vista e tanto amianto. Per non parlare del nuovo parcheggio accanto ai due nuovi complessi, dove io abito, totalmente buio (e senza un cestino)».

«Un’altra cosa di cui sono certo lei sia al corrente, caro sindaco, è che ormai, da un paio di mesi a questa parte, con qualsiasi persona si parli nel quartiere, l’argomento è gli innumerevoli furti nelle case, in qualsiasi zona e a qualsiasi ora del giorno e della notte. È assurdo come i malviventi si possano arrampicare senza problemi per ben tre piani di un condominio ed entrare e uscire indisturbati. Assurdo che i malviventi si arrampichino alle ore 19 dai balconi di Piazza San Pio X per cercare di entrare in un appartamento. È assurdo che passino le giornate a controllarci liberamente, passeggiando per il quartiere e non appena si esce irrompere in casa da giardini, cortili, balconi. Assurdo che non si sia mai vista una volante di polizia, carabinieri, vigili urbani, né di quartiere. Forse un punto non doveva essere un proposito nel suo sincero augurio, ma una prerogativa: la sicurezza dei suoi cittadini. Anziani o giovani, fragili o forti, la sicurezza di uscire di casa con una doppia serenità, di poter camminare in strade sicure e con la tranquillità di tornare a casa e non trovarla svaligiata».

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