Vaccini, controlli anche sui docenti
Cgil: scuole oberate dal lavoro

«Nelle scuole dell’infanzia c’è il rischio di modificare organici e classi e di far saltare equilibri». Lo segnalano i sindacati mentre è previsto un emendamento sulla storia vaccinale anche per gli insegnanti.

«Come sempre più spesso accade sono le scuole a dover sopportare il carico burocratico di una procedura estranea al servizio di istruzione, in un momento delicatissimo come l’avvio dell’anno scolastico»: così Elena Bernardini, segretario generale della Flc-Cgil di Bergamo, commenta le ultime novità sugli obblighi vaccinali.

Il 16 agosto 2017 il Ministero dell’Istruzione ha, come si sa, diramato alle scuole la circolare 1622/17, applicativa per l’attuazione del decreto-legge 73/17 sulla prevenzione vaccinale. «Come lasciare fuori dalla porta degli asili i bambini? A 9 mesi dalla chiusura delle iscrizioni e dall’accettazione delle domande, ora nelle scuole dell’infanzia (che non appartengono alle scuole dell’obbligo) i dirigenti si trovano a dover escludere dalla frequenza i bambini non in regola esponendosi, oltre a situazioni spiacevoli in sé, anche a probabili contenziosi» spiega Bernardini.

Ma la questione è ancora più complicata: «Paradossalmente questi dirigenti si potrebbero trovare – escludendo un certo numero di bambini – a dover rettificare organici, ad incidere su equilibri già creati all’interno delle classi e nel numero delle sezioni, finendo anche col rischio di svuotare classi dell’infanzia per le quali esiste una lista d’attesa e famiglie che non hanno potuto accedere per mancanza di posti appena qualche mese fa. Questo stravolgerebbe il lavoro di costruzione delle stesse classi che ha preso tempo, energie e il rispetto di criteri di precedenza, senza parlare, poi, delle scelte compiute a marzo per comporre gli organici degli insegnanti che si prenderanno cura dei bambini».

Le scuole si trovano ora «nell’imbarazzo di dover lasciare fuori dalla porta qualcuno: questa urgenza – lo sottolineiamo – va di certo oltre i compiti scolastici, essendo un problema di carattere sanitario, culturale e sociale» aggiunge la sindacalista, che propone: «Non sarebbe stato meglio utilizzare la scuola in una fase transitoria per portare avanti una campagna di informazione sui vaccini e cercare di armonizzare le norme e trovare soluzioni condivise?».

Si pone, poi, un secondo problema che riguarda i lavoratori: anche gli insegnanti dovranno certificare la loro condizione rispetto ai vaccini. «Ci risulta che un emendamento approvato questa notte in Commissione Sanità del Senato preveda che dal 2019 ci sarà un obbligo vaccinale anche per il personale scolastico. Ci viene segnalato che in alcune scuole anche della bergamasca dove i lavoratori stanno già presentando autocertificazioni, nel caso in cui essi dichiarino di non ricordare la propria storia vaccinale (opzione prevista nel modulo di autocertificazione), essi vengano addirittura invitati a recarsi in ospedale e fare analisi per verificare lo stato di immunità (naturalmente a spese proprie). Una procedura del genere è del tutto assente dalle disposizione ministeriali. Le richieste delle segreterie su queste questioni sono attualmente del tutto infondate e fuori luogo, ma stanno già lasciando intravvedere problematiche delicate legate alla privacy che si presenteranno se questa richiesta -per ora in emendamento- verrà confermata».

La Flc-Cgil lancia un appello: «Fermiamoci e discutiamo con calma della questione, a meno che non sia in atto una vera emergenza sanitaria di cui nulla, al momento, sappiamo». Con l’assessore regionale Gallera che commenta la vicenda di Milano: «Quello che è accaduto a Milano e Sesto San Giovanni, con l’intervento delle forze dell’ordine chiamate per impedire l’ingresso a scuola di due bambini, è proprio ciò che avremmo voluto evitare».

E aggiunge: «Abbiamo firmato il decreto che formalizza il “Percorso di recupero dell’inadempimento” per convincere coloro che non hanno consegnato, nel termine fissato (11 settembre), la documentazione richiesta dalla legge “Vaccini”. Un provvedimento che consentirà ai nostri medici di tentare di convincere, entro 40 giorni (10 sono concessi alle scuole per inviare elenchi nominativi alle Ats), i genitori più reticenti, come quelli dei casi di Milano e Sesto, a ricredersi e acconsentire alla vaccinazione. In caso contrario, coerentemente con l’obiettivo della legge che è aumentare la copertura vaccinale, non procrastinare a lungo i tempi per raggiungerla, avvieremo le procedure per la segnalazione e sanzione».

«Ricordo - ha concluso Gallera - che si può continuare a richiedere appuntamenti e certificati fino al 31 ottobre, per i bambini che frequentano le scuole dell’obbligo, dai 6 ai 16 anni, attraverso gli stessi canali finora divulgati. Sollecito in particolare l’utilizzo del numero del call center regionale 800638638 da rete fissa e 02999599, da rete mobile, che costituisce la via piu’ rapida per fissare un appuntamento e evidenziare eventuali dubbi sui quali si intende ottenere maggiori informazioni nel corso del colloquio con i nostri esperti sanitari».

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