Ucciso in Spagna venti giorni fa
Slitta il rimpatrio, colpa della burocrazia

Slitta il rientro della salma di Claudio Lanfranchi, il quarantanovenne ucciso 20 giorni fa in Spagna. Mancherebbero ancora alcuni documenti, indispensabili per concludere l’iter per il rimpatrio: una questione tutta burocratica, dunque, che sta facendo slittare la data dei funerali.

Sono trascorsi venti giorni dall’omicidio di Claudio Lanfranchi e ancora non si sa quando il suo corpo potrà essere rimpatriato in Italia e, dunque, quando potranno essere celebrati i funerali. Quel che è certo è che si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Ardesio, il suo paese. Per il resto i familiari del quarantanovenne – la mamma Piera Mazzoleni, il figlio Samuel e il fratello Bruno – sono in attesa di avere qualche informazione in più da Alicante: in campo ci sono gli addetti alle onoranze funebri incaricati dagli stessi familiari e anche il consolato italiano a Barcellona.

Mancherebbero ancora alcuni documenti, indispensabili per concludere l’iter per il rimpatrio: una questione tutta burocratica, dunque, che sta facendo slittare la data dei funerali. Samuel e sua nonna Piera si erano anche recati in Spagna per tre giorni, settimana scorsa, per effettuare l’indispensabile riconoscimento ufficiale della salma: terminato questo delicato momento, gli inquirenti spagnoli (il caso è in mano alla Guardia civil) non hanno più fatto sapere nulla.

Di sviluppi nell’indagine non ce ne sarebbero: i tre assassini – italiani, pare con accento napoletano – sono tutt’ora a piede libero. Anche se gli inquirenti spagnoli sono convinti che i tre abbiano agito a colpo sicuro: probabilmente hanno fatto irruzione nell’appartamento al civico 148 di calle Vincente Blasco Ibanez a Orihuela Costa, sulla riviera a metà strada tra Alicante e Cartagena, per cercare una partita di droga, pare cocaina, che forse non hanno trovato.

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