«Uso improprio del cavalcavia»
Ecco le ragioni del crollo di Annone

La relazione del consulente tecnico. Pesanti critiche alla Provincia di Lecco per la gestione dell’infrastruttura.

A quasi un anno dal crollo del ponte di Annone, che il 28 ottobre scorso costò la vita al 68enne Claudio Bertini, cominciano a delinearsi le risposte alla domanda fondamentale: perché il cavalcavia è collassato? Cause e possibili responsabilità emergono dalle 77 pagine consegnate al Pm Nicola Preteroti dal consulente tecnico, il docente universitario Marco Di Prisco.

«La prima causa del crollo del cavalcavia - secondo il consulente - è l’uso improprio, che ha imposto alla struttura carichi vicini alla sua capacità estrema, determinando una situazione priva dei consueti coefficienti di sicurezza». Per il consulente «la Provincia di Lecco, in attesa di indagini annunciate da Anas, avrebbe dovuto limitare la portata massima del cavalcavia a 44 tonnellate, in quanto ente gestore della viabilità, escludendo i trasporti eccezionali e ciò avrebbe consentito al cavalcavia di non subire ulteriori deterioramenti nel tempo».

«La Provincia ha rilasciato negli ultimi anni il nulla osta a trasporti eccezionali, ma non vi è traccia della sua richiesta di rilascio delle autorizzazioni ad Anas». Anzi «a novembre del 2013 Anas ricevette dalla provincia di Lecco una rassicurazione scritta, sul fatto che non sarebbero state rilasciate autorizzazioni per trasporti eccezionali».   Secondo l’esperto della Procura, l’uso improprio del cavalcavia, che ha provocato il suo crollo «è poi strettamente connesso all’autorizzazione di libera circolazione ottenuta dal trasportatore Nicoli» di Albino, rilasciato dalla Provincia di Bergamo.

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