Geppi Cucciari al Creberg teatro
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«Siete in un tunnel? Non uscitene: arredatelo». Parola di Geppi Cucciari – all'anagrafe Maria Giuseppina, cagliaritana 36enne trasferitasi a Milano per studio e lavoro, una laurea in Giurisprudenza messa nel cassetto e l'intelligente avversione per i luoghi comuni – e Lucio Wilson, il suo autore. Insieme hanno scritto lo spettacolo «Si vive una volta. Sola», andato in scena venerdì al Creberg Teatro.

In «Si vive una volta. Sola» l'attrice ha parlato delle differenza tra uomini e donne e soprattutto della condizione di single, molto diffusa tra i trenta-quarantenni (senza distinzione di genere) e accettata senza disperazione né, all'opposto, euforia. Rompendo lo stereotipo, la Cucciari riconduce la «singletudine» alla routine quotidiana, in cui la ricerca di un compagno si mescola alla fierezza dell'autosufficienza conquistata. È l'originalità del suo punto di vista. La donna sola è un personaggio che molte cabarettiste hanno portato in scena. Ma nessuna ha evitato lo stereotipo della zitella, con ciò mostrando un'evidente dipendenza dai luoghi comuni comici maschili. La Cucciari no: la sua autoironica lotta con la dizione, la bilancia e un deludente campionario maschile esprime qualcosa di nuovo. Da qui il suo successo. Guarda il video dello spettacolo

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