«Pianeta proibito» al Creberg
Grande musica con la Cuccarini

Dalla terra allo spazio profondo. Per ripeterci non tanto che nulla è più profondo dell'animo umano, quanto che nulla funziona meglio di ciò che ha già funzionato una volta: basta avere gusto e ironia sufficienti a rimescolare di nuovo le care, buone vecchie carte.

Pianeta proibito è questo. È una cavalcata tra cascami culturali alti (Shakespeare) e bassi: il rock e il pop dagli anni '50, il cinema di fantascienza anni '50 e, naturalmente, The Return of the Forbidden Planet di Bob Carlton, il musical di cui lo spettacolo diretto da Luca Tommassini, applaudito ieri sera al Creberg Teatro Bergamo da poco meno di 800 spettatori, è la prima edizione italiana.

La trama è nota. La nave spaziale di capitan Tempesta (Attilio Fontana) naufraga su Shakespiria, un pianeta che si scopre essere il parto della mente di uno scienziato scomparso anni prima. Questi (Pietro Pignatelli) si chiama - guarda caso - Prospero e, in effetti, il gioco di questo spettacolo-citazione parte proprio da La tempesta di Shakespeare, filtrata dal film-culto Forbidden Planet.

Da qui il resto: Prospero, che dice di essere stato esiliato dalla moglie Gloria, ha una figlia di nome Miranda (Lorella Cuccarini), che s'innamora, ricambiata, di Tempesta. I nuovi venuti destabilizzano l'autoreferenziale «mondo perfetto» di Prospero, fino al suo rinsavimento e la catartica catastrofe finale.

La sostanza di Pianeta proibito non è comunque drammaturgica, anche se non manca una trama e persino una «morale»: l'utopia è un'illusione, che genera mostri oscuri quanto il buio che si annida in ogni coscienza, inclusa quella di Prospero, inventore della «telegenesi» che materializza le sue fantasie.

Così, se la sostanza dei personaggi di Shakespeare erano i sogni, questo Pianeta proibito è intessuto di canzoni. È una sorta di «juke-box» che spazia da Elvis Presley a Bjork, dai Beach Boys a Michael Jackson, da Jerry Lee Lewis ai Rolling Stones, da Chuck Berry ai Prodigy.

Di suo Tommassini aggiunge un ritmo che comprime i rimandi musicali in un «medley» non privo di una certa raffinatezza «pop». Con l'aiuto di Massimo Di Rollo, Paolo Logli, Alessandro Pondi e Gianluca Merolli (che adattano o traducono i testi), il regista accentua il gioco delle citazioni shakespeariane, «flirta» con la parola in rima e declina in chiave teatrale la vocazione tecnologica del film, ricorrendo a proiezioni in 3d.

In più aumenta gli ammiccamenti, integrando la colonna sonora con brani più recenti e italiani, e mandando in video Rosanna Vaudetti, Morgan, Francesco Facchinetti e Mara Maionchi. Il risultato è piacevole nel suo genere.

Ci si può abbandonare al flusso musicale o gustare il gioco citazionistico, inclusa l'autoironia di una Cuccarini che cita se stessa nel Grease che l'ha resa la signora del musical italiano. Molto in effetti dipende da un cast azzeccato, che maschera la debolezza attoriale delle (peraltro ottime) voci di X Factor (Enrico Nordio, Francesca Ciampa, Antonio Marino, Ilaria Porceddu e Chiara Ranieri) dietro la prova sicura di Cuccarini, Fontana e Pignatelli.

Così come molto dipende dalle scenografie di Carmelo Giammello, le luci di Marco Macrini, i costumi di Francesca Schiavon e la direzione musicale di Roberto Tucciarelli. In replica stasera alle 21. Info: www.teatrocreberg.it, tel. 035.343251.
 Pier Giorgio Nosari

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