C’è profumo di Ottocento
tra i baffi disegnati da Bonanno

«Senza baffi un uomo non è vestito correttamente» diceva Salvador Dalì: un motto che Antonio Bonanno, illustratore dal tratto finissimo, siciliano d’origine e bergamasco d’adozione, ha deciso di fare suo.

E così sono arrivati i «Moustache», in italiano «Mustacchi» (Edizioni Logos). Per Bonanno sono diventati una sorta di marchio di fabbrica: ben impomatati e con un ricciolo all’insù, si possono ammirare anche in Città Alta, lungo la Corsarola, alla Vineria Cozzi, che per questo autore è diventata una sorta di galleria permanente. I disegni danno al locale un’impronta fiabesca e piacevolmente vintage.

C’è proprio una serie di ritratti «coi baffi» (barbe, capelli, parrucche e toupet) al centro del suo primo albo illustrato, in sintonia con lo stile un po’ incolto della nuova «generazione hipster». A scoprire il suo talento e a dare concretezza alle sue idee è stata per prima la casa editrice francese Editions du Lampion, solo dopo i suoi albi sono arrivati in Italia. Ma nel curriculum, ancora prima, ci sono il diploma all’Accademia in Scenografia a Catania e una carriera ben avviata come graphic designer e illustratore pubblicitario nel mondo dell’editoria: «L’idea del libro - racconta - mi è venuta facendo un lavoro per un cliente, un collezionista di macchine fotografiche che voleva un’illustrazione d’epoca. Mi sono piaciuti molto lo stile e l’ambientazione tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento e così ho deciso di proseguire con altre tavole per realizzare una mostra. Ognuna era un ritratto che comunque continuava a esplorare il mondo di baffi, capelli e barbe. Mi sono documentato attentamente, ho cercato testi e immagini, ho fatto moltissime scoperte sugli accessori, usi e costumi del tempo».

Bonanno ha portato le illustrazioni con sé a un festival in Francia e il suo primo libro è nato così. Poi gli hanno chiesto un seguito e così ha realizzato «Coiffures», «Pettinature» (sempre Logos), con lo stesso stile ma al femminile, «più sentimentale e romantico». Bonanno ha scritto anche i testi: «Mi sono ispirato al giornalista e critico Félix Feneon e ai suoi Romanzi in tre righe».

Entrambi i libri sono popolati da personaggi originalissimi, come Antoine Bertrand, dotato di orecchio assoluto, che suona i suoi baffi con l’archetto (e qui si nasconde un autoritratto dell’illustratore, barba e baffi compresi); Eveline, con una folta capigliatura che si trasforma in mongolfiera ogni volta che lei si arrabbia, e Angélique, ragazza con lunghi capelli color del grano e trecce come spighe mature, che deve portare con sé una bambola-spaventapasseri per tenere lontani i corvi.

Le illustrazioni sono realizzate a china, con piccoli segni nitidi e fitti, un tocco raffinato, dal sapore antico e insieme rapido e contemporaneo. Uno stile sognante, che libera l’immaginazione e la fa volare.

La collaborazione con la Vineria Cozzi è nata quasi per caso due anni fa, proprio quando Antonio Bonanno si stava trasferendo a Bergamo con la moglie e un bimbo in arrivo. L’illustratore ha creato in questo caso una vera e propria scenografia, molto suggestiva, in cui sfilano alcuni suoi personaggi, arricchiti da elementi che raccontano la vita del ristorante non solo come luogo in cui si mangia, ma dove ci si incontra e ci si «ri-conosce», regalando ad esso un’atmosfera un po’ letteraria.

E ora nella sua casa-studio in centro città Bonanno è già pronto a salpare, con il suo pennino, per nuove, fantastiche avventure.

Sa. Pe.

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