Ermanno Olmi, 85 anni con sorpresa
Su YouTube i primi documentari

In occasione del suo 85° compleanno, domenica 24 luglio, in rete una rassegna sui lavori per Edison.

Domenica 24 luglio Ermanno Olmi compie 85 anni. Archivio Nazionale Cinema d’Impresa ed Edison lo festeggiano con una rassegna online (su canale YouTubecinemaimpresatv dal 24 luglio) dei suoi primi lavori da regista: 20 cortometraggi realizzati per Edison tra il 1953 e il 1961, veri e propri trattati di antropologia quotidiani con protagonisti uomo, natura e lavoro. Si va da «Sabbioni, una diga a quota 2500»(1953) fino a«Un metro lungo cinque» (1961).

Nato a il 24 luglio 1931 a Treviglio, un paese della bassa bergamasca, Olmi entra giovanissimo alla Edison, dove già avevano lavorato padre (caduto sul lavoro durante un bombardamento) e madre. Accanto al lavoro di «impiegato tecnico» - che descriverà nel suo secondo film, Il posto, nel 1961 - Ermanno fonda il gruppo cinematografico aziendale, e inizia a documentare le costruzione delle grandi dighe alpine. Dal 1953 al 1961 Olmi realizza così una serie di documentari ponendo attenzione alla condizione umana oltre che alle strutture aziendali. Olmi introduce un profondo cambiamento formale nel documentarismo industriale, evitando accuratamente gli slanci retorici e scegliendo come protagonisti i lavoratori, messi al centro di una vicenda corale. In questi film il lavoro si racconta cercandone il riflesso nelle mani e nei volti della gente, facendo sentire il rumore di un filo che si tende, il ritmo degli scarponi cadenzati nella neve, il filare armonioso degli sci, mostrando il primo piano di una smorfia di fatica.

Olmi mostra una profonda continuità tra i mestieri tradizionali e l’irruzione del progresso nella natura. Le facce dei contadini intenti ai loro mestieri tradizionali e quelle degli operai che tirano su dighe e tralicci, sono le stesse. Non è ancora avvenuta nessuna «mutazione antropologica», per usare un termine caro a Pasolini che per Olmi scrive il testo di Manon Finestra 2, girato nella centrale idroelettrica di Cinego ai piedi dell’Adamello, dove gli uomini sono «soli, in questa specie di esilio, così vicino al cielo, e dal cielo così lontano, nelle viscere della montagna».

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