Gori risponde sul caso Daffra
«La Carrara gestita da una Fondazione»

Nei giorni scorsi una lettera aperta di 75 esponenti del mondo artistico e culturale della nostra città è stata inviata al sindaco Giorgio Gori a sostegno del lavoro di Emanuela Daffra, direttrice dell’Accademia Carrara. Ora il primo cittadino risponde.

«La lettera contiene un appassionato sostegno al programma che la direttrice dell’Accademia Carrara, Emanuela Daffra, è tornata ad illustrare nel corso di una conferenza stampa che abbiamo condotto insieme lo scorso 6 ottobre, proprio nei locali della pinacoteca - scrive Giorgio Gori -. I firmatari della lettera si rivolgono a me, in quanto sindaco, per formulare l’auspicio che tale programma sia adeguatamente sostenuto dall’amministrazione e che l’operato della direttrice sia valutato “in un orizzonte di medio termine”. l fatto che la missiva sia indirizzata al sindaco e che si faccia appello al sostegno dell’Amministrazione potrebbero far pensare ad una svista. È possibile che i 75 firmatari non si siano accorti che la gestione della Carrara è stata affidata ad una Fondazione composta a maggioranza da privati?»

«Non credo sia così, visto che in altri passaggi della lettera la Fondazione Accademia Carrara è correttamente citata. Credo piuttosto che l’apparente confusione contenga un’idea ben precisa, che personalmente sono portato a respingere: e che cioè all’interno della Fondazione l’Amministrazione comunale – lì rappresentata in primo luogo dal sindaco – debba in qualche modo contrapporsi ai privati, talmente poco sensibili alle tematiche culturali da non meritare nemmeno di essere inclusi tra i destinatari dell’appello. Come se nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione si confrontassero due pensieri: quello dell’arte, della promozione culturale, della ricerca scientifica – rappresentato dall’Amministrazione – e quello grigio dei numeri e dell’organizzazione, rappresentato dai privati. A questo pregiudizio, purtroppo radicato in alcuni ambienti culturali e politici della nostra città, rispondo che tra i privati che sostengono la Carrara e il Comune di Bergamo non c’è alcuna divaricazione, avendo i primi la stessa sensibilità per la valorizzazione dell’Istituzione e del suo patrimonio, e condividendo l’amministrazione la stessa attenzione per una gestione efficiente e sostenibile».

«Senza i privati, ricordo ai firmatari della lettera, la Carrara non saprebbe come andare avanti. E’ infatti vero che il Comune di Bergamo resta di gran lunga il primo sostenitore della Fondazione, con un contributo di 650 mila euro all’anno, ma l’insieme dei contributi privati e delle sponsorizzazioni ammonta per il 2016 a 880 mila euro». E Gori continua: «È anche per questo, oltre che per sacro rispetto dei denari pubblici (cioè dei cittadini), che l’aspetto gestionale sta a cuore all’amministrazione esattamente quanto ai privati. Indirizzare la lettera solo al sindaco, fare appello al sostegno della sola amministrazione comunale è a parer mio segno di scarsa comprensione di cosa sia oggi la Carrara e di scarso rispetto nei confronti di aziende e fondazioni private verso la quali dovremmo avere tutti la più viva gratitudine».

«Quanto al programma culturale illustrato da Daffra, è evidente che la Fondazione lo condivide e lo sostiene. Contemperare qualità scientifica, attrattiva verso il pubblico e necessità logistiche, valorizzare e studiare il patrimonio posseduto attraverso la ricerca storico-artistica con la finalità di elevare la credibilità scientifica dell’Istituzione, collaborare con le altre istituzioni cittadine: questi elementi non solo sono stati sottoscritti dalla Fondazione, ma sono parte del mandato affidato ad Emanuela Daffra. Che – ricordo - è stata selezionata e incaricata dalla Fondazione, non paracadutata da Marte. Quel programma è il programma della Fondazione. La Direttrice è chiamata a realizzarlo e può contare sul pieno sostegno di tutti i soci della Fondazione, non solo quelli di espressione pubblica».

«Quanto all’appello per la sua riconferma, piuttosto irrituale per una comunità di intellettuali, mi permetto di assumerlo con qualche cautela, e così ritengo debba fare il Consiglio della Fondazione. Sia perché mi risulta che diversi firmatari usino in privato esprimere pareri diametralmente opposti, sia perché non credo sano che scelte di questo tipo siano esposte a condizionamenti esterni (se al momento della scelta del nuovo direttore avessimo ricevuto un appello a favore di uno dei candidati, avremmo dovuto tenerne conto? E se dovessimo riceverne uno contro, dovremmo tenerlo in considerazione?). La scelta di costituire una Fondazione a maggioranza privata è stata fatta anche per questo, oltre che per ragioni di sostenibilità economica: per porre la cura e la valorizzazione del patrimonio artistico della Carrara al di sopra di possibili condizionamenti ed ingerenze.

«Emanuela Daffra è persona di grandissima competenza, riconosciuta negli ambienti storico-artistici e che io stesso, dopo mesi di collaborazione, non ho riserve ad accreditare. Non ha dunque bisogno di tifoserie a supporto. È anche una persona di qualità, se posso usare questa espressione. Il suo lavoro alla Carrara verrà valutato per quanto avrà saputo dare realizzazione al programma, aldilà della sua enunciazione, in un corretta individuazione di priorità, ben sapendo che responsabilità di questa natura dispiegano i propri effetti in un orizzonte temporale di medio periodo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA