Grandi opere, grandi sprechi
Le Mura? Costarono 10 volte di più

Preventivati 100 mila ducati, alla fine la Serenissima arrivò a spenderne un milione.

Grandi opere, grandi sprechi. Alta velocità?Metropolitane? No, anche le Mura venete che orlano Bergamo dalla seconda metà del ‘500, e che oggi entrano nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, sono costate esponenzialmente più di quanto inizialmente preventivato. Dieci volte tanto, per quanto possibile calcolare oggi. Il Senato veneziano decise, alla fine, «di non fortificare Bergamo in “forma granda”, cioè includendo i borghi» spiega Renato Ferlinghetti, vicedirettore del Centro Studi sul territorio dell’Università di Bergamo, autore di diverse pubblicazioni sulle mura cittadine.

«La soluzione di fortificare in “picciola forma”, sostenuta dallo Sforza Pallavicino, sarebbe risultata meno onerosa: il generale preventivò una spesa di circa 100 mila ducati, di cui solo un terzo a carico del bilancio della Serenissima; inoltre l’ipotesi più contenuta avrebbe causato limitate distruzioni e avrebbe potuto essere realizzata in pochi mesi». Le cose non andarono affatto così: «I costi salirono fino alla cifra astronomica di un milione di ducati, corrispondenti, si può calcolare, a oltre 150 milioni di euro attuali. I lavori, avviati nel 1561, si chiusero solo 27 anni dopo».

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