Il Grande Albero della Vita si svela
Si ammirerà in Santa Maria Maggiore

Il Grande Albero della Vita, lo splendido affresco gotico dipinto da un maestro ignoto tra il 1342 e il 1347, il tempo delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, ritorna visibile in tutta la sua ampiezza a partire dalla prossima settimana: sarà probabilmente svelato dal Giovedì Santo.

Lo ha deciso la Mia, Misericordia Maggiore, responsabile della gestione della basilica di S. Maria Maggiore. Dice Corrado Benigni, consigliere di amministrazione che si occupa in particolare degli aspetti culturali dell’attività della Mia: «La grande tela che nasconde la parte alta dell’Albero verrà rimossa per essere restaurata. Si tratta di un dipinto che Pietro Liberi realizzò nel 1661, raffigura il Diluvio Universale. Il consiglio di amministrazione ne parlava già da tempo, ne abbiamo discusso e infine deciso: l’Albero della Vita è un’opera di profonda importanza, è giusto che i fedeli e il pubblico che visita la basilica possano ammirarla, studiarla, contemplarla. È una delle iniziative che abbiamo deciso per i 750 anni dalla fondazione della Mia». Il grande dipinto barocco di Pietro Liberi prenderà la via del restauro, se ne occuperà lo specialista Antonio Zaccaria.

L’Albero si ispira al «Lignum Vitae» scritto dal francescano Bonaventura da Bagnoregio intorno al 1260 per consentire al fedele, a chi «desidera conformarsi perfettamente al Salvatore universale» di comprendere il senso della vita di Cristo, fino al sacrificio della vita, alla crocifissione. Sul tronco dell’albero è inchiodato il Salvatore che Bonaventura definisce «Fiore aromatico». L’albero dispone di dodici rami - sei per lato - che illustrano i misteri dell’origine, della passione e della glorificazione di Cristo. A ciascun ramo sono appesi quattro tondi che raffigurano scene della vita di Gesù.

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