Ora il vero obiettivo è sapere
com’era l’universo dopo il Big Bang

Un suono cupo, sordo e potente: è il «rumore» prodotto da una catastrofe cosmica e per la prima volta è stato possibile ascoltarlo. La scoperta delle onde gravitazionali annunciata a Cascina, vicino Pisa, ha cambiato per sempre il modo in cui guardiamo l’universo.

Se prima era fatto soprattutto di luci e colori, adesso i suoi lati invisibili e misteriosi non avranno più segreti, in una realtà che sfida la fantascienza e la supera. C’è chi immagina di poter scoprire i fantascientifici cunicoli spazio-temporali, i wormholes che permetterebbero di attraversare l’universo.

«Abbiamo scoperto le onde gravitazionali», ha detto Fulvio Ricci, coordinatore della collaborazione scientifica Virgo, che fa capo allo European Gravitational Observatory (Ego), fondato e finanziato da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs).

L’annuncio è stato dato a Cascina (Pisa), dove si trova lo strumento Virgo. Un annuncio accolto da un applauso fragoroso e avvenuto contemporaneamente a quello dato a Washington. A rilevare le onde gravitazionali sono state le due antenne dello strumento Ligo, che si trova negli Usa, mentre il segnale è stato ricevuto nel centro di calcolo che si trova in Europa, ad Hannover. Potenziato recentemente, Ligo ha catturato il segnale nel settembre scorso, dopodichè sono seguiti mesi di verifiche finchè il margine di errore non si è ridotto al punto da poter parlare effettivamente di una scoperta.

Entro l’anno sarà attiva anche la versione potenziata di Virgo, la macchina che con i suoi due lunghi «bracci» azzurri attraversa le campagne di Cascina e a quel punto, 10 volte più potente, lavorerà in tandem con i due interferometri di Ligo. «Si è aperta una nuova finestra sull’universo», ha detto il direttore dell’osservatorio europeo Ego, Federico Ferrini.

La scoperta segna la conferma di quanto Albert Einstein aveva previsto un secolo fa nella sua teoria della relatività, immaginando la gravità come una caratteristica del tessuto dello spazio-tempo, un tessuto che può essere «increspato» da eventi cosmici scatenati da corpi celesti di massa incredibile, come i buchi neri che il segnale captato da Ligo ha per la prima volta permesso di «vedere» e ascoltare.

È la prima volta che questi oggetti misteriosi, che non emettono luce né altre radiazioni, vengono osservati direttamente. «Finora erano oggetti matematici, adesso possiamo vederli», ha rilevato il presidente dell’Infn, Federico Ferroni. Nasce così un nuovo campo di ricerca, l’astrofisica gravitazionale, e potrà riservare sorprese non da poco. Ma il vero obiettivo è sapere com’era l’universo immediatamente dopo il Big Bang.

Le onde gravitazionali sono infatti le uniche testimoni che conservano la memoria di quell’evento accaduto quasi 14 miliardi di anni fa e i fisici già sanno che per raggiungere questo obiettivo ambizioso bisognerà andare nello spazio. Il primo test è già in orbita, con l’esperimento europeo Lisa Pathfinder, destinato ad aprire la via al «cacciatore» spaziale di onde gravitazionali Lisa.

Enrica Battifoglia

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