Papa Roncalli è tornato in Laterano
Le sue parole nel canto dei musicisti

Papa Roncalli è tornato in Laterano. Sabato sera 17 maggio, a tre settimane dalla canonizzazione del pontefice bergamasco, le parole e l’insegnamento di San Giovanni XXIII sono risuonate nel canto e nella preghiera di oltre duecento musicisti.

Papa Roncalli è tornato in Laterano. Sabato sera 17 maggio, a tre settimane dalla canonizzazione del pontefice bergamasco, le parole e l’insegnamento di San Giovanni XXIII sono risuonate nel canto e nella preghiera di oltre duecento musicisti che, nella Cattedrale di Roma, hanno eseguito l’oratorio sacro a lui dedicato composto e diretto dal Maestro Monsignor Marco Frisina.

Anche il Cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi, ha voluto essere presente, tra la folla entusiasta, all’importante evento artistico e musicale che ha visto protagonisti principali il Coro della Diocesi di Roma e 100 giovani coristi e orchestrali del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo, accompagnati dal direttore Emanuele Beschi.

L’opera, dal titolo «Venne un uomo mandato da Dio. Il suo nome era Giovanni», è la stessa eseguita in prima mondiale il 22 febbraio scorso nell’auditorium del Seminario Vescovile di Bergamo, su iniziativa della Diocesi di Bergamo e della Fondazione Papa Giovanni XXIII e resa possibile grazie al sostegno e alla collaborazione della Fondazione Mia, della Fondazione Credito Bergamasco e dell’Immobiliare Percassi.

L’oratorio sacro utilizza citazioni bibliche e liturgiche particolarmente amate da Roncalli e da lui citate e pregate spesso in lingua latina. Ad esse si aggiungono stralci significativi del Giornale dell’anima e di altri scritti roncalliani. Il testo, a cura della Fondazione Papa Giovanni XXIII, è stato musicato appositamente dal Maestro Marco Frisina in occasione della canonizzazione.

«Per San Giovanni XXIII - ha esordito con gioia don Ezio Bolis, Direttore della Fondazione Papa

Giovanni XXIII, che ha portato il saluto e la vicinanza del Vescovo di Bergamo Francesco Beschi - la

musica è via privilegiata per avvicinarsi alla Sacra Scrittura, per rivivere la Passione di Gesù, la sua

Pasqua, il mistero centrale della fede cristiana. Una vera e propria rivelazione. Un godimento

spirituale inatteso e ineffabile».

Accanto al Maestro Frisina, nelle quasi due ore di esecuzione dell’oratorio musicale, le voci soliste

Fabrizio Flamini e Gianni Proietti insieme alla voce recitante Alessandro Quasimodo, figlio del noto

poeta. Tra le diverse autorità e istituzioni presenti alcuni rappresentanti del Ministero dell’Istruzione,

dell’Università e della Ricerca, della Regione Lazio, della Fao e per la Provincia di Bergamo

l’assessore Silvia Lanzani.

Al termine dell’esecuzione, dopo scroscianti applausi ai giovani interpreti visibilmente emozionati, il

Cardinale Giovanni Battista Re, ricordando il suo personale e affettuoso legame con Papa

Giovanni XXIII, ha espresso grande soddisfazione per l’oratorio sacro. A suggellare la sintonia tra

Bergamo e Roma, nella splendida cornice della Basilica Lateranense, sono stati proposti anche i

due Inni dedicati ai due Papi santi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

I video della preparazione e il dietro le quinte dell’opera sono disponibili sul sito della Diocesi di

Bergamo (www.diocesibg.it) e sul sito della Fondazione (www.fondazionepapagiovannixxiii.it)

attraverso uno speciale «real time».

Fondatore e direttore del Coro della Diocesi di Roma dal 1984, che quest’anno celebra trent’anni

di attività a servizio della Chiesa romana, monsignor Frisina ha collaborato al progetto

internazionale della Rai “Bibbia” sia come consulente biblista che come autore delle musiche dei

film prodotti. Ha composto oltre venti oratori sacri ispirati a personaggi biblici o alla vita di grandi

santi.

L’oratorio dedicato a San Giovanni XXIII è una composizione musicale d’ispirazione religiosa, ma

non liturgica, con trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione

scenica, mimica e personaggi in costume. La forma musicale dell’oratorio prende il nome

dall’oratorio della tradizione filippina, il piccolo locale in cui già tra il 1500 e 1600 si svolgevano i

cosiddetti “esercizi dell’oratorio”, riunioni di fedeli durante i quali si pregava, si compivano esercizi

spirituali e si cantava.

Le tre parti in cui è diviso l’oratorio rappresentano tre momenti della vita profetica di Papa

Giovanni. L’inizio della prima parte è caratterizzato dalla domanda di Cristo: «Mi ami tu?» e dalla

sua proposta: «Seguimi!». Queste parole ritorneranno nello svolgersi dell’oratorio; esse

rappresentano l’intima dinamica della fede di Roncalli: mettersi alla sequela di Cristo e amarlo

facendolo amare.

La seconda parte mostra la dedizione di Papa Giovanni alla Chiesa, passione che diventa

intraprendenza e coraggio nella convocazione del Concilio, con gli occhi rivolti alla riforma e alla

crescita della comunità ecclesiale, con la carità verso i piccoli e i poveri. Questa parte si conclude

con una delle preghiere mariane più amate da papa Giovanni: «Ave mundi spes» in cui Maria è

vista come speranza del mondo, come rifugio sicuro in tempi difficili e dolorosi.

La terza parte è incentrata sull’amore che nasce dall’umiltà, dall’adesione alla Croce del Signore

e che si allarga dolcemente ai fratelli divenendo esso stesso evangelizzazione e salvezza; l’inno

«Ubi charitas» sintetizza tutto questo. L’oratorio termina con l’eco del «Mi ami tu?» iniziale e con il

Cantico di Simeone, «Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace…», è il congedo dal

mondo vissuto nella pace e nella gioia di chi ha compiuto il suo cammino di fede tutto orientato

verso la luce, con il cuore già in paradiso.

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