Primo weekend di BergamoScienza
Ok, in ventimila nonostante il diluvio

Diluvi e arcobaleni sul primo weekend di BergamoScienza: domenica mattina la pioggia ha fatto afflosciare la tensostruttura al Piazzale Alpini che doveva proteggere l’autobus-Caffè scientifico.

Per fortuna il crollo è avvenuto abbastanza presto perché non ci fosse nessuno dentro. La struttura, assicura Matteo Salvi capo della logistica del festival, sarà velocemente sostituita con un’altra a prova di diluvio. Nessun danno per l’autobus Atb dipinto a tema scientifico dallo street artist Cripsta e gestito come bar dai giovani di Edonè.

Arcobaleno invece sulla seconda edizione de «Le Scuole in Piazza» sul Sentierone. Il meteo aveva fatto temere un flop, invece la gente è aumentata man mano che le strade si asciugavano e i laboratori organizzati dalle 48 scuole han fatto il pieno volando oltre le 20.000 presenze, con alcuni gruppi di turisti stranieri interessati e accolti in inglese.

Meno bene le conferenze al Teatro Sociale, dove si è verificato lo stesso problema dell’anno scorso: sold out nelle prenotazioni, gente in lista d’attesa ma poi i prenotati non si presentano tutti e bloccano l’accesso. «Per questo - ha annunciato in serata il coordinatore del festival Umberto Corrado - faremo come a teatro: dieci minuti prima dell’inizio della conferenza i posti ancora disponibili saranno assegnati liberamente».

Sono invece imponenti i risultati delle vaccinazioni. Dopo l’appello dell’immunologo premio Nobel Doherty a vaccinare i bambini, il tema è stato ripreso da due scienziati e tecnologi ritenuti tra le massime autorità mondiali nel campo: il pediatra e immunologo Antonio Lanzavecchia e il biotecnologo Rino Rappuoli, che hanno risposto alle domande del segretario scientifico di BergamoScienza, Martino Introna.

Alla discussione ha partecipato a distanza, con un videointervento, il vicedirettore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Bruce Aylward, che ha chiarito come finora solo il vaiolo sia stato eradicato, mentre la poliomielite, che fino a una decina danni fa infettava 350.000 bambini all’anno, è scesa l’anno scorso a 44 casi registrati dall’Oms (Nigeria, Pakistan, Afghanistan).

Da segnalare nel programma di lunedì 5 ottobre

PHD DAY: IL PREMIO NOBEL CONSEGNA I DIPLOMI DEL DOTTORATO DI RICERCA 2015 Ore 18.30 Università degli Studi di Bergamo (Nuova Aula Magna S. Agostino)

Sono 66 i giovani a cui il Rettore dell’Ateneo di Bergamo e il Premio Nobel per la Medicina Peter Doherty, conferiranno il titolo di «Dottore di ricerca” per il 2015. L’Ateneo è orgoglioso di presentare questi giovani Dottori di ricerca, una preziosa risorsa di innovazione non solo in ambito lombardo, ma che rilancia il nostro Paese in un contesto europeo e internazionale. Con questa cerimonia, l’Università di Bergamo desidera consolidare il proprio rapporto con il territorio, avvicinando il pubblico all’alta formazione universitaria - il cosiddetto “terzo livello”- previsto nell’ordinamento italiano e funzionale all’acquisizione di competenze e conoscenze necessarie per esercitare attività di ricerca avanzata presso gli enti pubblici e i soggetti privati.

Partecipano: Remo Morzenti Pellegrini, Magnifico Rettore Università degli Studi di Bergamo; Peter Doherty Premio Nobel per la Medicina 1996; Gianpietro Cossali dir. Scuola di Dottorato Università degli Studi di Bergamo; Lucio Cassia Università degli Studi di Bergamo, Comitato Scientifico BergamoScienza; Mario Salvi pres. Associazione BergamoScienza

«BUONO DA MANGIARE» Ore 21 Sala Curò - Piazza Cittadella, Città Alta

Si illustrerà la storia di alcuni alimenti che hanno influito sulla vita dell’uomo da un punto di vista biologico, sociale, economico, rituale. L’archeologia del cibo, in particolare pre/ protostorica, è un campo della ricerca di grande interesse e sviluppo grazie al progredire delle scienze applicate che, attraverso le analisi archeometriche, forniscono dati per la ricostruzione dell’alimentazione del passato. Le ricerche biochimiche permettono di stabilire il contenuto di molti recipienti (sostanze alcoliche come vino, birra, idromele, o cibi a base di cereali e latticini); quelle biomolecolari indicano l’origine di molte specie di piante coltivate; quelle polliniche mettono a disposizione ricostruzioni ambientali relative alla vegetazione; le analisi isotopiche delle ossa degli animali e dell’uomo permettono di risalire agli alimenti ingeriti. Lo studio dei resti di pasti delle mummie e l’analisi dei coproliti completano le informazioni sulla dieta delle popolazioni antiche.

In margine al percorso espositivo allestito presso il Museo Archeologico Food. Archeologia del cibo dalla preistoria all’antichità, in concomitanza con Expo 2015.

Intervengono: Stefania Casini direttore Civico Museo Archeologico di Bergamo; Cristina Salimbene Civico Museo Archeologico di Bergamo; Ilaria Piccolini Civico Museo Archeologico di Bergamo

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