Un classico di Pirandello al Donizetti
Da martedì 14 «Il berretto a sonagli»

In scena fino a domenica 19 Valter Malosti che ha curato anche l’adattamento del testo e la regia

Passato il ciclone Slava, che he letteralmente e gioiosamente travolto tutto e tutti, la «Stagione di Prosa 2016/2017» del Teatro Donizetti prosegue con un caposaldo del teatro italiano: «Il berretto a sonagli», in scena nell’adattamento e regia di Valter Malosti da martedì 14 a domenica 19 marzo. Sul palcoscenico, oltre allo stesso Malosti, nelle vesti di Ciampa: Roberta Caronia (Beatrice Fiorìca), Paola Pace (Donna Assunta La Bella, La Saracena), Vito Di Bella (Fifì La Bella), Paolo Giangrasso (Alfio Spanò), Cristina Arnone (Fana) e Roberta Crivelli (Sarina Ciampa). Luci di Francesco Dell’Elba. Scene di Carmelo Giammello. Costumi di Alessio Rosati. Produzione Teatro di Dioniso con il sostegno di Sistema Teatro Torino. Orario spettacoli: ore 20,30; replica straordinaria di sabato 18 e replica di domenica 19 gennaio, ore 15.30. Durata 1 ora e 30 minuti senza intervallo.

Con Il berretto a sonagli Valter Malosti si cimenta per la prima volta con Pirandello, confrontandosi con uno dei testi più popolari del grande drammaturgo siciliano, cercando di strapparlo allo stereotipo e tentando di restituire la forza eversiva originaria di quei «corpi in rivolta» posti al centro della scena che è anche labirinto: una feroce macchina/trappola. Un testo vivissimo grazie alla violenza beffarda della lingua, una sorta di musica espressionista e tragicomica, molto evidente nel testo scritto in dialetto siciliano che è alla base di un lavoro originale di drammaturgia. Quella di Malosti è una versione più schietta, dura, non ‘ripulita’ del testo pirandelliano, affidata sia al dialetto della prima stesura sia ad un italiano derivato da questa, che assume in sé elementi dialettali, per permettere di affidare agli attori una partitura più ritmica e musicale, tentando di recuperare anche una dimensione più autentica.

Come è noto, Il berretto a sonagli di Pirandello nasce come testo dialettale («A birritta ccu ‘i ciancianeddi») per Angelo Musco, attore comico di grande successo. Il testo in dialetto recitato da Musco non fu mai pubblicato da Pirandello, a differenza di quanto avvenne con Liolà. La prima redazione de Il berretto a sonagli, ritrovata nel 1965 e pubblicata solo nel 1988, può oggi diventare un mare linguistico in cui re-immergere il testo italiano, oltre che prezioso corto-circuito dal punto di vista dei contenuti. Questa prima versione, infatti, ha offerto a Malosti materia per un lavoro di riscoperta e rilettura non solo linguistica ma di ridefinizione di caratteri e ruoli affioranti dal recupero dei tagli capocomicali di Musco, mai ripristinati dall’autore nell’edizione italiana, anzitutto la perdita di una possibile co-protagonista della commedia, accanto a Ciampa, in Beatrice Fiorìca, la moglie tradita. Si tratta di un testo più duro, politicamente scorretto, a tratti ferocemente antimaschilista nelle battute, sia di Beatrice sia dell’equivoca Saracena e che presenta varianti significative che riguardano tutti i ruoli e in particolare una scena totalmente espunta nella versione italiana posta nel manoscritto all’inizio del secondo atto.

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