Apple, un iPhone 6C «economico»?
L’indiscrezione: arriverà a settembre

A settembre Apple potrebbe svelare tre nuovi modelli di iPhone: due che aggiornano le versioni attuali, più uno che strizza l’occhio a chi vuole uno smartphone più «economico». Intanto l’azienda di Cupertino ha depositato un brevetto per sbloccare lo smartphone attraverso il riconoscimento facciale.

L’ultima indiscrezione in questo senso arriva dal sito asiatico DigiTimes, secondo cui accanto agli iPhone 6S e 6S Plus arriverà anche un iPhone 6C con display più piccolo, da 4 pollici, e un prezzo tra i 400 e i 500 dollari. Le aspettative di vendita sarebbero di 20 milioni di pezzi nel primo anno di commercializzazione.

Stando ai rumors, l’iPhone 6C dal punto di vista dell’hardware avrà la stessa potenza degli attuali iPhone 6. Lo chassis, tuttavia, sarà in plastica e non in metallo, in modo da abbassare i costi di produzione. L’iPhone 6C sarebbe il sostituto del modello 5C, rispetto al quale avrebbe anche un listino più basso. Una mossa, questa, con cui Apple tenterebbe di inserirsi nei mercati emergenti.

E sempre a proposito di iPhone, Apple ha depositato un brevetto in base al quale l’accesso allo smartphone potrebbe avvenire attraverso il riconoscimento facciale. In pratica, la videocamera del dispositivo verrebbe usata per catturare l’immagine del volto di una persona, analizzandola per verificare che coincida con quella del proprietario del dispositivo stesso. In caso positivo, si verificherebbe lo sblocco senza necessità di password. Il riconoscimento facciale sta diventando popolare.

I telefoni dotati di sistema operativo Android (di Google) hanno lo sblocco automatico chiamato Smart Lock, che permette l’accesso quando il volto del proprietario viene riconosciuto. Ma il gruppo di Mountain View (California) avverte: e’ un metodo meno sicuro di una password perché qualcuno potrebbe avere una fisionomia simile a quella del proprietario. Facebook invece già utilizza il riconoscimento facciale per identificare le persone nelle fotografie caricate sul social network e che possono essere «taggate».

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