FIFA 17: innovazione
e romanticismo

Il nuovo capitolo del calcistico EA Sports non solo offre un gameplay ancora più raffinato e spettacolare che in passato, ma con “Il Viaggio” regala anche un’esperienza narrativa emozionante, per inguaribili romantici del calcio.

Piattaforma: Xbox One. Xbox 360, PlayStation 3, PlayStation 4 e PC

Genere: Calcio

Sviluppatore/Produttore: EA Sports

Distributore: Electronic Arts

PEGI: 3

Si sa, per noi italiani il calcio non è semplicemente uno sport ma un vero e proprio credo. Una passione che per alcuni sfocia in becero fanatismo ma che, fortunatamente, nella maggior parte dei casi sublima in fede genuina. Una fede capace di far divertire non solo nella sua forma originale, ma anche nelle sue varianti o simulazioni, come appunto i videogiochi. Dopo aver analizzato PES 2017 è arrivato il momento di scoprire cosa ci riserva il nuovo FIFA 17 degli americani di EA Sports.

Se il calcio femminile era la ciliegina sulla torta dell’edizione passata (tra l’altro confermata in FIFA 17), quest’anno EA Sports punta forte su “Il Viaggio”, un’inedita modalità di gioco in cui si vestono i panni di una fittizia giovane promessa del calcio inglese, nonché figlio e nipote d’arte, Alex Hunter, dalle giovanili fino ai top team della Premiere League passando per la gavetta in club minori. Una strada lunga e tortuosa quella che si andrà ad affrontare nei panni del rampante centravanti, ricca di ostacoli, momenti di gioia, amicizie, rivalità e tutto ciò che ruota attorno al bellissimo quanto duro mondo del calcio.

“Il Viaggio” è concettualmente simile alla carriera giocatore, ma con diverse aggiunte e maggiori cure che rendono questa modalità molto più di una semplice chicca, ma un vero e proprio gioco nel gioco, un’esperienza da vivere tutta d’un fiato e che farà emozionare soprattutto gli inguaribili romantici del calcio. Che si scelga di controllare solo Hunter o tutta la squadra, sarà davvero difficile non immedesimarsi nel giovane calciatore con la maglia numero 29 e si farà di tutto per mandarlo in goal o fargli fare uno spettacolare assist, ottenendo così l’approvazione del mister. Il giovane bomber non solo migliorerà le sue statistiche con prestazioni super in campo e in allenamento, ma otterrà anche la stima del coach che da sostituto comincerà a vederlo come titolare. Ad incrementare il pathos è ovviamente l’ottima componente narrativa, veicolata da scene d’intermezzo con personaggi ben caratterizzati (interpretati da attori in carne ed ossa) e qualche giocatore e allenatore reale, e imperniata su una sceneggiatura ben scritta e non troppo banale (che ricorda inevitabilmente il film Goal!). I dialoghi propongono un sistema a risposta multipla in stile Mass Effect che influenza alcuni momenti storia, il rapporto con allenatore, compagni e pubblico.

Nel calcio moderno l’extra campo conta ormai quanto ciò che accade sul rettangolo verde, ed ecco allora che ne “Il Viaggio” fanno la loro comparsa i social network, con tanto di contatore di follower, dove amici e parenti comunicheranno con Alex. Due aspetti ci hanno però lasciati con l’amaro in bocca: l’impossibilità di personalizzare esteticamente l’alter ego e la mancanza di ruoli diversi da quelli offensivi. Ma va bene lo stesso: Il Viaggio di Alex Hunter ci ha davvero tenuti incollati al pad come non ci accadeva da tempo, e siamo sicuri lo farà con tutti gli appassionati di calcio. Oltre alla modalità appena descritta, il giocatore ha ancora a disposizione tutto il ricchissimo pacchetto contenutistico di FIFA: tornei, amichevoli, la corposa componente multiplayer e le prove abilità. A queste si aggiungono il sempreverde Ultimate Team con nuovi obiettivi, e la Carriera (giocatore e allenatore), resa più stimolanti dalla presenza delle aspettative della dirigenza.

Ora passiamo alla prova sul campo vera e propria. Il primo approccio con FIFA 17 non è immediato come con il rivale di sempre PES: FIFA è più macchinoso, complesso e difficile da metabolizzare nell’immediato, ad esempio per una partitina mordi e fuggi con gli amici. Ma una volta dedicatogli il tempo necessario e assorbito le meccaniche, ci si rende conto di essere di fronte ad un prodotto davvero raffinato, che ha cercato di portare sul campo ogni sfumatura del calcio: il controllo di palla mancato, le movenze dei giocatori, le tirate di maglia, le imprecisioni e tutto quello che si trova in una partita reale. Alcuni spigoli da smussare ci sono ancora, come la marcata incidenza dei giocatori veloci (soprattutto in fascia), ma rispetto allo scorso anno il ritmo della partita ha uno sviluppo più credibile e il centrocampo è tornato a diventare il fulcro da cui parono le azioni. Cambiano le esecuzioni di rigori e calci d’angolo, ora più complessi da gestire ma al tempo stesso più completi nella gestione del tiro.

Sulla falsa riga dell’ID Team di PES che simula il comportamento delle squadre reali, anche FIFA 17 ha deciso di rompere con il passato dove anche la squadra di provincia adottava un atteggiamento di possesso palla in stile tiki-taka. Ora ci si troverà di fronte squadre dotate di una personalità propria e capaci di stupire sia per azioni ben manovrate che per errori più “umani”. Sul lato tecnico l’ingresso del nuovo motore grafico Frostbite, che sostituisce il “vecchio” Ignite Engine, si vede, eccome.

Grazie alla nuova potenza di calcolo FIFA 17 offre un colpo d’occhio generale di forte impatto, con movenze fluide e qualche nuova animazione. I volti dei giocatori meno famosi ora cominciano a comparire (anche se ci sono ancora diverse assenze), così come quelli di venti allenatori. Telecronaca affidata ancora una volta al duo Pierluigi Pardo e Stefano Nava con qualche nuova battuta e la sempre ottima espressività del conduttore di Tiki Taka.

Chi ama il calcio e i videogiochi non può che acquistare FIFA 17 a occhi chiusi. Il nuovo capitolo del calcistico EA Sports non solo offre un gameplay ancora più raffinato e spettacolare che in passato, ma regala anche un’esperienza narrativa emozionante, per inguaribili romantici del calcio. “Il Viaggio” riesce a raccontare il mondo del calcio come nessun altro videogioco è mai riuscito a fare, e forse anche meglio di tanti film. Più di una semplice chicca come si aspettavano in molti: vestire i panni di Alex Hunter è d’obbligo per tutti i videogiocatori amanti del calcio.

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