Need for Speed
Reboot adrenalinico

Electronic Arts e Ghost Games portano sugli scaffali dei negozi il reboot dello storico racing game Need for Speed. Un nuovo inizio che strizza l’occhio al passato più glorioso.

Piattaforma: Xbox One, PlayStation 4

Genere: Racing Game

Sviluppatore: Ghost Games

Produttore/Distributore: Electronic Arts

PEGI: 12

Con capitoli come Hot Pursuit, Underground, Most Wanted e compagnia cantante, Need for Speed si è guadagnato negli anni la palma di videogioco di guida arcade per definizione, una sorta di (quasi) indiscusso punto di riferimento per il genere. Negli ultimi anni il publisher Electronic Arts ha comunque cercato di dare una svolta al franchise (nei limiti fisiologici di un racing game) con proposte un po' alternative come The Run o remake di titoli storici come Most Wanted, ma ottenendo risultati altalenanti. Quest'anno la svolta sembra però più definitiva: Electronic Arts e il team di sviluppo Ghost Games portano nei negozi il primo vero e proprio reboot della serie, denominato semplicemente Need for Speed.

Senza troppi fronzoli, Need for Speed catapulta immediatamente il giocatore nel mondo delle gare clandestine presentando quelli che saranno i compagni di corsa, ognuno dei quali guida singolarmente il giocatore nella sua crescita. Il nuovo pargolo automobilistico targato Electronic Arts non si limita infatti a concatenare una gara dopo l'altra con banali battutine, ma offre al giocatore una corposa sceneggiatura dal taglio cinematografico con scene di intermezzo realizzate in live action. Niente computer grafica dunque, ma sono attori in carne ed ossa a dar vita alla storia di Need for Speed. Una trama che non colpisce tanto per i contenuti narrativi - comunque coerenti ad un contesto in stile Fast and Furios - ma per il modo di raccontarla. I dialoghi fra il misterioso protagonista e i suoi compagni risultano spesso divertenti e brillanti, incrementando di ritmo e arrivando ad un finale un po' scontato ma ben confezionato.

Come i suoi predecessori, anche questo Need for Speed è inserito all'interno di una struttura di gioco aperta che permette al giocatore di scorrazzare liberamente per le strade della fittizia città di Ventura Bay. Ovviamente sarà consentito un approccio più lineare, accedendo direttamente alle gare dalla mappa. Il cuore dell'esperienza di gioco è rappresentato dalla reputazione, che può essere accumulata seguendo cinque modalità di guida differenti: Speed, quando si raggiunge alta velocità; Stile, se si compiono derapate perfette e si tiene una guida pulita; Tuning, relativo ai potenziamenti dell'auto ostentati in gara; Crew, gareggiando fianco a fianco con altri e, infine, Outlaw, ovvero tutto ciò che riguarda i danni su strada e le fughe dalla polizia. La combinazione di questi cinque elementi durante il free roaming o in gara conferisce punti che incrementano il livello di reputazione, il quale sblocca nuovi eventi a cui, partecipando, si ottengono dollari sonanti.

Soldi e reputazione sono legati a doppio filo per poter sfruttare al meglio una delle componenti principi di Need for Speed: la personalizzazione dell'auto; che quest'anno promette grandi soddisfazioni. Pur senza la profondità dei vecchi Underground, questo reboot offre la possibilità di mettere mano all'estetica dell'automobile andando a modificare in maniera importante sia la carrozzeria che le performance. Peccato che per alcune auto le modifiche siano inspiegabilmente incomplete. L'aspetto che colpisce di più è la possibilità di andare a modificare la maneggevolezza del mezzo, modificando vari parametri per rendere lo stile di guida del mezzo più aderente o più adatto alla derapata, oppure lasciando una via di mezzo. La possibilità di scegliere se avere un mezzo più “scivoloso” o incollato all'asfalto è fondamentale per affrontare al meglio le gare, che sono suddivise, appunto, in tre tipologie principali: il drift, con tutte le sue varianti, le gare su circuito e quelle a tempo.

Poche modalità, poche auto e in generale pochi contenuti veramente originali. Una penuria che passa però in secondo piano una volta seduti al volante: il modello di guida di Need for Speed riesce a donare un'esperienza di guida frenetica e adrenalinica come non si vedeva da anni. Passando dallo stile aderenza a quello drift, il gameplay - sempre squisitamente arcade - cambia in maniera sostanziale, come due facce della stessa medaglia. Inoltre il fatto che i tracciati non siano segnati chiaramente, obbligando il giocatore a tenere gli occhi costantemente incollati sulla linea blu che segna il percorso, rende l'esperienza di guida ancora più coinvolgente e psicologicamente totalizzante.

Dal punto di vista grafico, grazie all'ottimo motore Frostbite, Need for Speed è un festival di colori, luci, e panorami cittadini super luminosi e ricchi di affascinanti e suggestivi bagliori. Trattandosi di un racing game arcade, il gioco dispone di una gestione solo estetica dei danni e una simulazione della fisica poco più che abbozzata. Sul fronte sonoro azzeccate le canzoni in gara e molto buono il doppiaggio in lingua italiana.

Una delle note dolenti è l'inspiegabile motivo per cui si debba essere obbligatoriamente connessi alla rete per poter giocare, in quanto quasi tutti i contenuti di gioco possono essere tranquillamente fruiti anche offline. Inoltre è evidente che la componente multigiocatore sia un aspetto poco più che secondario: per le strade di Ventura Bay si incontrano altri giocatori che è possibile sfidare in gare improvvisate o con cui formare delle Crew, ma mancano dinamiche collettive veramente stimolanti e che invoglino i giocatori a scorrazzare per la città in compagnia.

Questo nuovo inizio della serie Need for Speed ha tante frecce al suo arco: un tuning profondo (anche se con alcuni mezzi inspiegabilmente bloccato) una narrativa originale e un modello di guida versatile, adrenalinico e molto divertente. Purtroppo Ghost Games ha compiuto anche qualche peccato veniale, come l'assurda richiesta di una connessione permanente seppur non sia evidentemente necessaria e offrendo un pacchetto contenutistico un po' povero. Nel complesso siamo però sicuri nell'affermare che Need for Speed ha del carattere, e farà felici tutti i nostalgici di Underground.

Marco Locatelli

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