The Surge, esoscheletri
per uomini veri

The Surge è un titolo adatto solo ai pochi che hanno la voglia e la pazienza di affrontare una sfida complessa, improba e che offrirà più momenti di frustrazione e sconforto che di gioia. Un souls-like che sostituisce l’armatura e la spada con esoscheletro e motosega. Ma il risultato non è tanto diverso.

Piattaforma: PC, Xbox One e PlayStation 4

Genere: Action RPG

Sviluppatore: Deck 13 Interactive

Produttore: Focus Home Entertainment

Distributore: Digital Bros

PEGI: 3

Avete presente la serie Dark Souls, Bloodborne e tutti quei titoli denominati «souls-like»? No? Sappiate solo che si tratta di action RPG particolarmente impegnativi dove non esistono soluzioni di comodo, punti di salvataggio o spensieratezza: se il giocatore viene eliminato deve rifarsi tutto il livello da capo, e per giunta senza gli oggetti e le armi ottenuti fino a quel momento. Non proprio una passeggiata. Sono infatti pochi i giocatori che riescono ad affrontare questa tipologia di giochi, che più che un divertente passatempo diventano una vera e propria sfida con se stessi e con la propria pazienza. The Surge, action RPG souls-like di Deck13 e prodotto dalla prolifica Focus Home Interactive, fa parte proprio di questo particolare filone, solo che invece di mettere in mano al giocatore spada e scudo lo veste di un avveniristico esoscheletro. Ma il risultato non è tanto diverso.

Con questa premessa vi abbiamo subito messo in guardia: se volete giocare a The Surge sappiate che dovrete sudare diverse camice. E non lo diciamo tanto per dire. Il fulcro attorno al quale ruota l’intera esperienza del gameplay è l’esoscheletro, una specie di armatura hi-tech direttamente impiantata nella carne del protagonista (per niente caratterizzato e del tutto dimenticabile, come la narrazione che è poco più di un orpello) che gli permette di diventare un super uomo in grado di brandire enormi armi, come motoseghe, bastoni, tubi, pistoni, e tanto altro ancora. Ma la particolarità di The Surge non è tanto l’esoscheletro o il fatto che questo possa essere potenziato, ma la modalità con la quale si può sviluppare il personaggio.

Un po’ come si poteva fare affrontando gli zombie in Dead Island, il giocatore può decidere quali parti del corpo dei nemici (umani con esoscheletro o totalmente robotici) colpire e recidere. Tagliata la parte del corpo (selezionata tramite un comodo lock-on dinamico) si ottiene un’arma relativa all’estremità «potata». Ad esempio, dopo aver smembrato un braccio il nemico lascerà cadere parti di esoscheletro relative a quella parte del corpo (arma o armatura), un progetto per realizzarle oppure materiali che serviranno per l’upgrade. Colpendo i «cattivi» in maniera casuale, invece, si ottengono semplici scarti tecnologici fondamentali come «moneta» per potenziare o costruire l’equipaggiamento. Un sistema di crescita davvero molto versatile e che spinge il giocatore ad affrontare i combattimenti in maniera più ragionata anche in funzione dello sviluppo che vuole conferire al proprio personaggio, o meglio: alla parte di esoscheletro che si vuole migliorare. Gli scarti tecnologici di cui sopra servono anche per incrementare il livello di «energia nucleare» del personaggio, necessario per equipaggiare le attrezzature o aggiungere nuovi impianti, ovvero delle specie di abilità attive o passive come la ricarica della vita o la possibilità di vedere il livello di salute del nemico. In questo caso l’originalità un po’ manca, ma non la profondità evolutiva del personaggio.

Come da manuale del «buon souls-like» anche in The Surge ogni volta che il protagonista muore riparte dalla base operativa dell’area che si sta visitando, dalla quale è possibile accedere ad un paio di terminali per potenziare l’esoscheletro e creare nuove armi o parti di armatura/esoscheletro. Buona parte dell’esperienza di gioco è dunque caratterizzata da un continuo avanti e indietro dalla base fino al punto più difficile del livello, dove poi si perirà diverse volte. Sistematicamente. E sarà così per svariate ore. Ripetitivo, sì, ma decisamente stimolante per chi ama questo genere di trial and error. Il tutto per ottenere nuovi potenziamenti e poi migliorare il proprio equipaggiamento e finalmente avanzare nello stage grazie alle nuove possibilità belliche. Una vera e propria partita a scacchi.

Prima vi abbiamo avvertito che The Surge, come tutti i souls-like, non è adatto a chi non ha voglia di affrontare un’avventura impegnativa, ma c’è un altro aspetto che per molti potrebbe risultare un ostacolo: la totale mancanza di una mappa e di obiettivi. Se non avete uno spiccato senso dell’orientamento, infatti, giocare al nuovo pargolo di Deck 13 sarà una vera impresa. Vero che i livelli e le varie aree non sono particolarmente vasti e si sviluppano in modo lineare, ma il senso di disorientamento e molto forte, soprattutto all’inizio. A fare da contraltare ad un gameplay complesso e ripetitivo, ma decisamente stimolante (per chi ama i souls-like, s’intende), originale e profondo troviamo un comparto estetico deludente dal punto di vista artistico. Manca anche una fisica ambientale capace di gestire in maniera credibile gli scenari: sono pochi gli oggetti distruttibili e la maggior parte di essi non godono di una particolare gestione. Nonostante la mole conferita dall’esoscheletro, inoltre, sembra di vestire i panni di un ballerino e manca quella sensazione di imponenza del personaggio vista, ad esempio, nei vari Gears of War.

Ve lo abbiamo già detto più volte: The Surge è un titolo adatto solo ai pochi che hanno la voglia e la pazienza di affrontare una sfida complessa, improba e che offrirà più momenti di frustrazione e sconforto che di gioia. Un gioco per masochisti, insomma. Come tutti i souls-like d’altronde. In più con il nuovo lavoro di Deck13 si potrà affrontare un souls-like non più medievaleggiante e dark fantasy, come quasi tutti gli altri di questo filone, ma avvolto da un contesto sci-fi e con un sistema di crescita legato all’esoscheletro originale e ben studiato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA