Delitto di Seriate, ancora analisi
Il figlio: non c’erano segreti con mamma

Ancora analisi sul cutter usato per uccidere Gianna Del Gaudio, nuovamente sotto le lenti dei laboratori del Ris di Parma: i carabinieri specializzati nelle ricerche scientifiche hanno dovuto analizzare la minuscola traccia di Dna che appartiene al marito della vittima, Antonio Tizzani, tra l’altro unico indagato (anche se a piede libero) del giallo di Seriate.

Bisogna capire se si tratti di sangue, saliva o sudore dell’ex capostazione. Di conferme non ne sono ancora arrivate: serviranno ulteriori esami e altre analisi. Probabilmente gli esiti si avranno la prossima settimana. Ora sarà fondamentale capire la tipologia della traccia genetica del marito: in base a questo risultato, le indagini potrebbero imboccare direzioni differenti. «Il fatto che ci possa essere il Dna di mio papà su quel coltellino non mi stupisce più di tanto: se era in casa, potrebbe essere stato appoggiato da qualche parte ed essere stato contaminato da qualche traccia genetica di papà», dice Paolo Tizzani, uno dei due figli della coppia, quello che abita più vicino alla villetta dei genitori, nello stesso complesso di villette a schiera di piazza Madonna delle Nevi.

Il figlio di Gianna Del Gaudio non si dà pace: «Chi ha ucciso mia mamma? Me lo chiedo ogni giorno, senza riuscire a trovare una risposta. Così come non comprendo il perché sia stata uccisa. Di dubbi ce ne sono, tanti. Però aspettiamo i risultati dei Ris. Di certo mia mamma non aveva segreti. Qualora li avesse e li tenesse nascosti a noi della famiglia, magari per proteggerci, sarebbero emersi dagli interrogatori delle amiche. Invece niente di niente». Troppi ancora i punti oscuri. A partire dalla collana che l’ex prof di 63 anni indossava sempre e che non si trova più dal 26 agosto scorso, il giorno dell’omicidio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA