Delitto di Seriate, raccolti 70 Dna
Si confronteranno con quello ignoto

I Ris di Parma al lavoro per scoprire a chi appartiene la traccia genetica trovata sui guanti in lattice, insieme all’arma del delitto.

Sono 70 i campioni genetici raccolti dai carabinieri di Bergamo, che indagano sul delitto di Gianna Del Gaudio, a Seriate: saranno spediti ai loro colleghi del reparto investigativo scientifico dell’Arma, il Ris di Parma, perché li confrontino con la traccia «ignota» riscontrata sui guanti trovati il 6 ottobre scorso in una siepe, nello stesso sacchetto in cui c’era il coltello con il quale era stata uccisa, la notte del 26 agosto scorso, l’ex professoressa di 63 anni. Non sono previsti, al momento, ulteriori prelievi di Dna, almeno fino a quando – e si stima ci vorranno almeno due settimane – dai laboratori emiliani non arriveranno gli esiti di questi primi confronti che interesseranno vicini di casa, negozianti della zona e conoscenti della vittima.

Gli inquirenti intendono scoprire a chi appartiene la traccia genetica trovata sui guanti in lattice: è l’unico Dna presente, oltre ovviamente a quello della vittima, il cui sangue è copioso sia sulla lama del coltello, sia sugli stessi guanti. Niente Dna, invece, sul sacchetto in plastica che conteneva i due reperti. A distanza di due mesi dal delitto di Seriate, l’unico indagato resta il marito della vittima, l’ex capostazione di 68 anni Antonio Tizzani, che si è sempre detto innocente.

È a piede libero (era stato iscritto nel registro degli indagati all’indomani dell’omicidio, perché potesse difendersi e nominare – come ha fatto – un suo perito che assistesse ai rilievi scientifici disposti dalla procura) e si può liberamente spostare dove vuole. Tanto che venerdì 28 ottobre partirà per Avellino, la sua città d’origine, dove andrà a trovare l’anziano padre, un poliziotto in pensione.

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