Il nido di Seriate, chieste 2 condanne
Primo ok alla legge sulle videocamere

Il caso della struttura «Cucciolandia»: sentenza a dicembre. Alla Camera fa passi avanti la nuova normativa sulla videosorveglianza in asili e strutture per anziani.

Due richieste di condanna con rito abbreviato (che vanno ad aggiungersi alle due richieste di patteggiamento presentate a giugno davanti al gip di Bergamo) sono arrivate dal pubblico ministero di Bergamo per l’inchiesta per presunti maltrattamenti nei confronti dei piccoli ospiti del micro nido di Seriate «Cucciolandia» (poi diventato «Scatola magica»). Il pm ha chiesto la condanna a un anno e due mesi per Laura Bergami, 26 anni, figlia della direttrice Cristina Persico, e a un anno e 40 giorni per Sara Pasini, 35 anni, educatrice della scuola.

Gli avvocati hanno invece chiesto l’ assoluzione perché il fatto non sussiste. Contestati anche i filmati raccolti durante la fase delle indagini preliminari e ritenuti dai difensori non utilizzabili ai fini della sentenza. Lo scorso giugno avevano chiesto il patteggiamento a due anni appunto la direttrice della scuola Cristina Persico e a un anno e otto mesi per l’educatrice Lia Personeni. La sentenza è prevista il 14 dicembre.

Intanto, alla Camera è arrivato il primo via libera alla legge che consentirà l’installazione in asili e strutture di assistenza per anziani e disabili di sistemi di videosorveglianza. «Le famiglie devono potersi fidare delle strutture a cui affidano i propri cari - commenta Elena Carnevali, parlamentare Pd - soprattutto se questi appartengono a categorie vulnerabili. Per garantire una migliore qualità di vita degli utenti abbiamo deciso di puntare su prevenzione e controllo. Prevenire vuol dire garantire una formazione continua per gli operatori e gli educatori che in queste strutture lavorano, e per questo abbiamo stanziato un fondo di 5 milioni di euro, e vuol dire procedere a valutazioni attitudinali non solo al momento dell’assunzione ma anche nel corso della carriera lavorativa. Si riconosce infine che la sindrome del burn out (stress eccessivo causato da lavori particolarmente usuranti, anche psicologicamente) è, purtroppo, una realtà frequente in questi settori. La nuova legge, in questi casi, prevede la possibilità di essere assegnati ad altri incarichi per il tempo necessario a recuperare le forze per operare al meglio».

Alla prevenzione si aggiunge la trasparenza e la regolamentazione, che avverrà attraverso l’impiego di videocamere a circuito chiuso, ma anche aprendo maggiormente i luoghi di cura al mondo esterno: «Le strutture chiuse e segreganti sono potenzialmente più esposte al rischio di abusi o incuria. Per questo è importante garantire una collaborazione tra gli operatori e le famiglie, anche estendendo l’orario delle visite all’intera giornata. La videosorveglianza, infine, può essere uno strumento di controllo in più, ma va regolamentata: la nuova legge dice no alle webcam o all’utilizzo selvaggio, ma promuove invece un sistema chiaramente normato che, nel rispetto dei lavoratori, possa essere utile alle forze dell’ordine in caso di reale bisogno».

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