Il video che racconta la rapina di Dalmine
«Mi han fatto inginocchiare, poi il colpo»

«Io ero nel bagno all’interno dell’officina per lavarmi le mani, mentre nel mio ufficio c’era una cliente che mi aspettava. Inizialmente pensavo che fossero due clienti, ma poco dopo mi sono dovuto ricredere perché mi hanno fatto uscire ed inginocchiare: uno dei due mi ha puntato la pistola intimandomi di dargli tutti i soldi che avevo».

Rapina a mano armata e momenti di terrore mercoledì sera a Dalmine, dove è finito nel mirino Cristiano Boselli, proprietario dell’omonima officina elettrauto in via Provinciale 11. È proprio lui a raccontare il colpo. Verso le 19,15 due rapinatori, coperti in volto da due caschi bianchi e sciarpe, si sono presentati all’entrata come due clienti qualsiasi e appena hanno visto il proprietario gli hanno puntato una pistola alla nuca.

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La cliente ha visto la scena dall’interno dell’ufficio e il rapinatore armato si è rivolto anche a lei: «Quello – racconta ancora Boselli – è stato il momento nel quale ho pensato al peggio. Il malvivente probabilmente aveva paura che la ragazza chiamasse le forze dell’ordine e si è rivolto a lei dicendole di stare zitta, altrimenti avrebbe sparato». Il proprietario afferma di aver sentito a quel punto un colpo e di aver visto del fumo ma, a suo dire, la pistola probabilmente era a salve perché per fortuna non è uscito alcun proiettile.

Tutto è durato pochi minuti, il tempo impiegato dai banditi per impadronirsi del bottino: circa 700-800 euro. Non appena il proprietario ha consegnato loro i soldi, si sono dileguati senza lasciare traccia. «In questo momento – dice Boselli – non sto di certo pensando ai soldi che mi hanno portato via, ma alla modalità con cui l’hanno fatto, che mi ha lasciato senza fiato». «Non vedevo l’ora che se ne andassero e non ho neanche guardato da che parte sono scappati perché ero troppo intimorito», aggiunge.

Cristiano Boselli ha 52 anni ed è proprietario dell’officina da circa trent’anni: «Ho subito dei furti, l’ultimo due anni fa, ma non ero presente e non mi è mai successo niente di così violento». L’uomo afferma che i rapinatori parlavano in italiano, ma in quella situazione non è stato in grado di capire se fossero italiani o di origine straniera.Poco dopo l’accaduto sono arrivate due pattuglie dei carabinieri per indagare e cercare di trovare le tracce dei malviventi.

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