Prof licenziato come il collega Rho
Ora torna in cattedra, 1° caso a Bergamo

«Quando il preside mi ha contestato le dichiarazioni pensavo di essere su “Scherzi a parte”». Racconta il professore, ora reintegrato.

C. N., 52 anni, professore di chimica all’Itis Marconi di Dalmine, catanese domiciliato a Clusone, fa parte della schiera di docenti (c’è pure Stefano Rho, quello della pipì notturna a bordo strada) licenziati per non aver segnalato nell’apposito modulo di essere gravati da precedenti penali. Era in buonafede, come Rho, perché anche a lui il casellario giudiziale aveva dato esito negativo: nessuna condanna. E, invece, nel suo passato se ne nascondevano due, che lui non aveva interpretato come punizioni penali e che invece sono emerse dai controlli chiesti, per legge, dal dirigente scolastico Maurizio Chiappa.

Alla pubblica amministrazione è infatti concessa una lettura più approfondita della fedina penale dei dipendenti, ed ecco allora spuntare un decreto penale di condanna da 700 euro del 2006 (indultato) e un patteggiamento a 172 euro di multa nel 2009 (la pena estinta, ma la condanna no: e sfidiamo chiunque non sia un legale a capire la differenza), entrambi per violazione degli obblighi di assistenza familiare («Non avevo pagato gli alimenti alla mia ex perché erano quelli riferiti agli anni in cui eravamo tornati insieme - racconta C. N. -. Ma alla fine ho pagato tutto», ha spiegato)

Risultato: licenziato dal 1° dicembre scorso, lui, precario con due figli di 8 e 14 anni a carico, l’attuale moglie malata e una terza figlia dalla prima consorte. Ma stavolta è finita bene: assistito dall’avvocato Isabella Colombo, ha vinto il ricorso davanti al giudice del lavoro, che l’ha reintegrato. È il primo caso in Bergamasca. Lunedì C. N. ha rifirmato il contratto per un anno e oggi rientrerà fra gli studenti delle sue 18 classi. Resta, invece, aperto il fascicolo penale in cui il prof è iscritto per falso ideologico.

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