Precipita davanti agli amici sul Diavolino
Dolore a Seriate per Roberto Luzzana

Era un escursionista esperto, Roberto Luzzana, 58 anni, di Seriate. Mercoledì mattina è precipitato a pochi metri dalla vetta del Diavolino, una salita tecnica, ma non eccessivamente impegnativa, a Carona in alta Valle Brembana. Dietro di lui c’era un gruppo di amici, tra cui Marco Togni, presidente della Società alpinistica seriatese, che impotente ha assistito alla caduta di Roberto che è piombato su un terrazzino roccioso sottostante per poi rimbalzare nel precipizio.

«Ero dietro di lui, ho visto che perdeva la presa con la mano sinistra, l’ho visto cadere di schiena su una terrazza naturale appena sotto. Poi è scivolato da quella terrazza ed è finito nella scarpata. Un volo pauroso, impressionante. Roberto mi aveva appena detto di averlo già fatto questo giro, portando sul Diavolino suo figlio quando aveva 15 anni. Non so che dire». Marco Togni, presidente della Società alpinistica seriatese, parla a bassa voce, con un misto di dolore e stupore per spiegare quello che è successo qualche minuto prima delle 10, sulla cresta tra il passo Valsecca e il Diavolino, a quota 2.700 metri, a pochi metri dalla vetta.

Roberto Luzzana, 58 anni, una vita in montagna, è il primo della fila. Dietro di lui ci sono Togni e altre dieci persone. Luzzana cerca di afferrare un appiglio, un sasso, con la mano sinistra ma probabilmente il sasso gli rimane in mano e lui, sbilanciato, perde l’equilibrio scivolando all’indietro sulla schiena. Cade prima su una terrazza naturale pochi metri sotto, la cresta ma da lì rimbalza e precipita nella scarpata sul versante seriano della vallata, dalla parte di Valbondione.

Una caduta di 300 metri, uno schianto terribile. Togni e gli altri compagni d’escursione chiamano subito i soccorsi e sul posto arrivano il 118 e l’elisoccorso di Sondrio. Ma per Luzzana c’è nulla da fare. Il suo corpo viene recuperato dall’elisoccorso e portato a valle, a Carona, nella camera mortuaria del cimitero. «Eravamo partiti da Carona alle 6 con le jeep, avevamo bevuto il caffè al rifugio Calvi, diretti dal passo Valsecca al Diavolino e da lì al monte Diavolo – spiega Togni –. Non era una gita organizzata dalla Società alpinistica seriatese, di cui avevamo appena festeggiato i 70 anni di attività, era una gita infrasettimanale aperta a tutti. Roberto era in testa, gli piaceva guidare il gruppo, era esperto, prudente. Aveva la passione della fotografia e un’attrezzatura professionale e poco prima della disgrazia gli avevo scattato una foto, sul sentiero. La montagna non era un optional, era una parte della sua vita, come lo era la sua famiglia».

La moglie Maria, due figli ormai adulti, Andrea e Matteo, da qualche mese nonno di un nipotino. La vita di Roberto Luzzana, a Seriate, era cambiata da poco, da quando era andato in pensione, dopo aver lavorato come operaio in un’azienda di Cassinone. Più tempo libero per la montagna, gli amici della società alpinistica e l’attività in parrocchia. «Roberto mancherà, è una perdita grave per tutti noi, per la comunità, per la parrocchia – spiega don Mario Carminati, parroco di Seriate –. Lui c’era sempre, quando c’era da mettere in piedi qualcosa in oratorio era in prima fila».

«Era una persona di grande cuore, in oratorio aveva l’abitudine di girare con i sandali, senza calze, perchè aveva sempre caldo. Davvero una grande perdita per tutti noi, la famiglia, la comunità, la parrocchia». Don Mario ha saputo quasi subito della tragedia, mentre i parenti sono stati informati dai carabinieri di Branzi e convocati a Carona per il riconoscimento, così come parte degli amici che erano con lui.

La società alpinistica seriatese ha messo su Facebook il post del dolore. «Giornata molto triste per la Sas. Tragedia sul Diavolino...Roberto Luzzana». La salma ieri sera è stata portata a casa, nella zona di piazza Madonna della Neve. Sabato alle 10 i funerali nella parrocchiale.

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