Per cambiare il mondo
leggete questi libri

Quando leggiamo un libro, ci spiega Alessandro Zaccuri in «Come non letto» (Ponte alle Grazie) siamo come il mozzo Jim in una famosa scena de «L’isola del tesoro» di Stevenson: chiusi in un barile di mele, in ascolto senza poter intervenire.

La situazione ideale per fare nuove scoperte, come avviene nel romanzo. Esistono, secondo lo scrittore e giornalista di Avvenire, «dieci classici (più uno) che possono ancora cambiare il mondo»; e ci indica quali in questo saggio brillante e divertente. I capolavori della letteratura che ha scelto sono quelli «troppo importanti per essere sbrigati di fretta, che finiscono per perseguitarci come un rimorso, perché non è mai il momento buono».

Il volume nasce da una serie di conversazioni organizzate per aiutare un Centro Caritas alla periferia di Milano a raccogliere provviste (e i diritti d’autore sono devoluti in beneficenza).

Otto dei dieci titoli scelti appartengono all’Ottocento, Zaccuri ne fa una lettura contemporanea e molto stimolante. Anche secondo Alessandro Piperno «i libri sono strumenti di piacere», e come tali oggetti da scoprire, spinti dal desiderio e non dall’obbligo. Ne «Il manifesto del libero lettore» (Mondadori) passa in rassegna gli otto scrittori di cui non può fare a meno, riecheggiando nel frattempo i «diritti del lettore» già enunciati, fra gli altri, da Daniel Pennac. Appassionati e insoliti, infine, i consigli di lettura di Gabriele Lavia, attore e regista, che in «Se vuoi essere contemporaneo leggi i classici» (Piemme) lancia, come è sua abitudine, anche una provocazione: «I classici ci insegnano a sentirci a disagio nel mondo. Bisogna ringraziarli proprio per questo». 

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