Tendenze: lascio
e me ne vado

«Voglio viaggiare un po’, prendo un anno sabbatico». «Vado alle Canarie e apro un chiosco sulla spiaggia». Discorsi fatti all’ora dell’aperitivo, piccoli segni di inquietudine: in effetti mollare la routine, cambiare lavoro, andare a vivere all’estero in tempi di crisi è un sogno condiviso, anche se non è facile tradurlo in azioni concrete.

Si spiega così la fioritura abbondante di manuali che spiegano «come fare». Gli autori spesso sono formatori e conferenzieri che portano i loro «motori di cambiamento» in incontri e seminari in giro per il mondo.

È il caso, per esempio, di Paul McGee, autore di «Cambia la tua vita con il metodo Sumo: Shut up, move on. Zitto e muoviti» (Red edizioni). Il suo metodo invita a «togliersi la maglietta da vittima» e a migliorare la propria efficacia personale, è diventato un bestseller in 34 Paesi, e lui ci ha investito venti anni di lavoro.

Segue la stessa linea in Italia Roberto Re, coach e autore motivazionale: «Cambiare senza paura. Come vincere la sfida del cambiamento nel lavoro, nelle relazioni, nella vita» (Mondadori) è un invito a intraprendere un percorso di crescita personale e a misurarsi con la propria flessibilità (corredato da una app e materiali audio-video).

La direzione più diffusa però, non è quella dell’aumentare ritmi e produttività, bensì, strano ma vero, di rallentare, riprendersi tempo per pensare, come indica il successo del manuale di Simone Perotti «Adesso basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita» arrivato alla quindicesima edizione (Chiarelettere). Perotti racconta una storia vera, la sua: dopo aver fatto il manager per vent’anni, ha mollato tutto e ora vive di navigazione e di scrittura. 

Sa. Pe.

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